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lunedì 18 ottobre 2010BRETUS - BretusInformazioni Gruppo: Bretus Anno: 2010 Etichetta: Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/bretus64 Autore: Mourning Tracklist 1. Sitting On The Grave 2. From The South 3. Dark Cloaks Arrive 4. In Okirica 5. The Only Truth DURATA: 26:07 La Calabria continua a mostrarsi regione attiva e propositiva, i Bretus differiscono però dalle realtà che vi abbiamo già presentato fra le quali ricordo Zora, Land Of Hate e Carnal Gore per il semplice fatto che i ragazzi sono legati a un altro movimento musicale: lo stoner/doom. La formazione prende vita nel 2000 dalla mente Ghenes (basso) che in accoppiata con Neurot (chitarra) inizia a dar forma ai primi pezzi, la line up viene completata con gli inserimenti di Sest (batteria) e Marko (voce), ciò da ulteriore spinta alla nascita del demo partorito nel 2008. Passa un solo anno e il motore si riavvia, le direttive sono quanto di più classico e piacevole un'amante dello stile possa ritrovare, le influenze di casa Sabbath, lo stoner di Wino e soci così come la psichedelia desertica dei Goatsnake si convogliano in unico flusso che da come risultante i cinque brani dell'ep "Bretus". Non c'è nulla di nuovo sotto il sole e del resto il territorio già battuto lo si deve sempre e comunque saper interpretare e far proprio ed è nel carattere che i Bretus hanno una delle qualità migliori, s'impongono con l'opener "Sitting On The Grave" e "From The South" grazie a un riffato imponente e massiccio, scuro, andante, dai toni seveties accentuati dove la voce è libera di stagliarsi sopra alternando a un buon clean fasi grattate maligne e "urlando" quando ne sente il bisogno. Suonano pesante, suonano cadenzatamente pesanti con la batteria pestata a rimarcare l'incedere come un piede che affonda volutamente la propria figura nel terreno, è quindi in un certo senso prevedibile quanto apprezzabile l'innesto di uno strumentale che spezzi le catene solide portando in rilievo la vena più sognante e atmosferica ed ecco quindi arrivato il turno di "Dark Cloacks Arrive". La canzone ammanta l'ascoltatore ricoprendolo con un velo grigio fitto e malinconico tessuto dal mood tristemente acustico che la rende particolarmente affine a dare un degno riposo dalla frenesia che il resto del mini platter ha in dote, pausa breve ma intensa. Con "In Onirica" è il groove fornito dal comparto ritmico a fare la voce grossa, basso e batteria si compattano e la chitarra infila un riffone dietro l'altro con l'innegabile Iommi a ispirazione, vorrei anche vedere, suonare questo genere e non amare i Black Sabbath sarebbe una contraddizione alquanto folle, "The Only Truth" infine accresce la sensazione di heavy impact aggiungendo altra carne al fuoco, la svolta verso una direzione più eighties e un cambio in corsa nella parte centrale la rendono coinvolgente e gli assoli s'incastrano alla perfezione nell'intelaiatura creata, "Bretus" finisce e un sorriso di soddisfazione rimane sul viso. Ben prodotto e con una discreta cura per quanto riguarda gli arrangiamenti, è una bella presentazione quella messa in atto dai Bretus, se le coordinate su cui in futuro continueranno a muoversi manterranno la stessa energia e riusciranno a inserirvi un minimo di personalità propria nei brani (la derivazione in questo caso non è una colpa ma un credo) potrebbe scappar fuori un gran disco. Non ci resta quindi che attendere e seguirne il percorso, ragazzi siete avvisati: una volta tirato il sasso non si può nascondere dietro la mano sia chiaro! |
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