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lunedì 25 ottobre 2010GOAT THE HEAD - DoppelgängersInformazioni Gruppo: Goat The Head Anno: 2010 Etichetta: Aftermath Music Contatti: www.myspace.com/goatthehead Autore: Mourning Tracklist 1. Neolithic Rocket Science 2. Uncanny Valley Clan 3. This Tube Is The Gospel 4. Salt 5. Bestial Domestication 6. The Hunt Is On (Sexy Son) 7. Reveille 8. Stirring The Enigmatic Appetite 9. The Ubiquitous Cube 10. Primal Caveman Death Metal DURATA: 33:45 I norvegesi Goat The Head fanno parte della schiera non folta delle formazioni death metal che si muovono nel panorama estremo nazionale, se in passato erano i Cadaver l'act più conosciuto, odiernamente i rappresentanti più importanti sono quasi sicuramente i Blood Red Throne accompagnati adesso dagli Obliteration. La creatura che vede dietro il microfono Per Spjøtvold tastierista degli Atrox e alla batteria Trond Frønes, a quanto sembra inserito nella line-up dei redivivi Thorns, ha da poco rilasciato il secondo album, "Doppelgängers", dotato di tanto groove, ritornelli che entrano in testa e un riffato che in certi passaggi oserei definire fiero. Inutile dire che pestano senza compromessi, le strutture non brillano per dinamiche eccelse, al contrario una sorta di profilo omogeneo non le rende propriamente distinguibili, un percorso che iniziato deve essere assunto in dose unica sembra essere la soluzione più consona per recepire al meglio le qualità del disco. Il Death Metal incline a rivisitare partiture thrash rozze e pesanti ma fortificate dal gran lavoro dietro il mixer offerto da Tue Madsen negli Antfarm Studios raramente si discosta dallo sfruttare mid-tempo, sono brevi ma ben calibrate le poche fasi accelerate in cui i Goat The Head infieriscono in maniera evidentemente appesantita. Fra le canzoni per rilevanza si possono citare le esecuzioni di "Uncanny Valley Clan" per il motivo che accennavo in antecedenza legato al ritornello pregno di carisma e "The Tube Is The Gospel" in cui s'inserisce inaspettata la voce femminile che vi tranquillizzo sin da ora, non ha nulla di melenso, pulita, ampia ma per nulla stucchevole. Non c'è maeriale che faccia strappare i capelli ma un bell'impatto e tanta energia per darsi a un paio di headbanging lo si ritrova anche in "Neolithic Rocket Science", "Bestial Domestication" dal bell'assolo e nella conclusiva "Primal Caveman Death Metal". L'ostacolo duro da bypassare per molti potrebbe essere invece la voce di Per, non catalogabile come un classico growl, nè tanto meno come un ringhio thrash, è una strana quanto personale interpretazione che esprime potenza ma contemporaneamente non rientra nei canoni abituali del genere il che è comunque un segno distintivo. I Goat The Head hanno fatto ciò che è nelle loro possibilità, il platter è discreto, non so quanto potrà ritenersi longevo nelle playlist ma se infilato on air il proprio onesto lavoro lo svolge. Ne consiglio l'ascolto soprattutto a coloro che amano la forma più groovy del death sound. |
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