lunedì 24 gennaio 2011

ECHIDNA - Manifest Of Human Existence


Informazioni
Gruppo: Echidna
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/echidnagr
Autore: Mourning

Tracklist
1. Whispers
2. Political Sickness in D# Hijaz Kar
3. Grieving Silence
4. Dogma Of Cain
5. Tractatus Cerebri Act I, To Be
6. Tractatus Cerebri Act II, Driven Into
7. Tractatus Cerebri Act III, A Twisted State Of Mind
8. The Pendulum
9. Human Serpent
10. In Fanthomless Depths

DURATA: 52:31

C'era una volta il technical e il prog death, non che il genere non esista più ma col passare degli anni le estremizzazioni dei voli pindarici e le rotture di scatole annesse alla continua masturbazione praticata violentemente sugli strumenti ha spesso ridotto album anche di buon valore a prestazioni per complessati e maniaci della velocità pulita, sterile ed emotiva come una spina ficcata su per il retto.
Produzioni sempre più anestetizzanti hanno invaso un mercato, la colpa non si può certo dare a chi un certo trend l'ha provocato involontariamente come i Necrophagist, andrebbe rivolta verso tutti quegli pseudo artisti convinti che la tecnica sia più importante del trasmettere annullando l'essenza delle composizioni.
Per fortuna resiste ancora una sparuta schiera che riprende il genere nella forma naturale, quella legata alle radici anni Novanta che vedevano gente come Atheist, Gorguts, Death, Cynic a muovere le fila miscelando soluzioni costruite alla perfezione con un pathos e un coinvolgimento dei sensi forte e palpabile durante l'ascolto.
I tessalonicesi Echidna (monicker probabilmente derivante dalla figura mitologica della donna serpente generatrice di mostri) è dal background old school che traggono l'ispirazione che ha messo insieme i dieci brani contentuti nel debutto "Manifest Of Human Existence".
La formazione si era già fatta notare nel 2006 con l'uscita del demo "This Suffering", l'album odierno è sicuramente più evoluto e maturo e, per quanto posso anticiparvi che i ragazzi non siano degli innovatori (ed è difficile trovarne in questi anni), le tracce mostrano una complessità capace d'intrigare l'ascoltatore grazie a varianti impostate per colpire e affondare.
Theo Deligiannidis, il cantante, svolge il suo compito con diligenza ed efficacia, la voce si modula sfruttando il circolo umorale che di passo in passo fa capolino nei brani, l'aspetto più intrigante della sua prova è convogliato nell'esecuzione delle linee nel "Tractatus Cerebri".
Le dinamiche ritmiche sono in moto perpetuo, l'accoppiata formata da Giannis Chionidis (batteria) e Nikos Metaxas è praticamente perfetta, il sound e l'esecuzione di quest'ultimo citato riportano alla mente il lavoro svolto da personaggi storici quali Steve Di Giorgio e Tony Choi, vi sembra poco?
Su questo assetto terremotante per alcuni aspetti ruota il riffing ispirato dei chitarristi Nikos Parastatidis e Panos Bouklis che smontano e rimontano i giri come fossero matematici alla Meshuggah, inseriscono parti acustiche e strumentazione extra metal come lo tzouras, sezioni d'archi e qualche breve attacco industriale, i brani si avvantaggiano di una così solida amalgama divenendo imprevedibili e ancor più piacevoli da scoprire con l'aumentare dei giri nello stereo.
Diventa difficile scegliere un episodio piuttosto che un altro, non nego che la vena richiamante sonorità del folklore greco in "Political Sickness in D# Hijaz Kar" sia alquanto interessante così come lo è l'atmosfera cupa che permea le due canzoni successive, "Grieving Silence" e "Dogma Of Cain", contrarie all'aspetto vitale e quasi leggero dell'opener "Whispers", è però la trilogia denominata "Tractus Cerebri" a spingere la follia degli Echidna un passo più in là del dovuto, il caos e la sregolatezza assumono sostanza, le parti di piano deliranti nel terzo atto con il supporto dell'organo e le varie infiltrazioni che si susseguono la rendono per il sottoscritto la traccia principe del disco seppur sia la meno death oriented.
Per un po' di salutare violenza basta andare oltre ed ecco che "The Pendulum" (il finale è praticamente drone) e "Human Serpent" riprendono ritmi sostenuti e quella scarica di riff pesanti il giusto per farti sbattere la capoccia, è un disegno a toni scuri e tale vuole rimanere.
Il disco si conclude con una "In Fanthomless Depths" spettrale e opethiana che conferma ulteriormente quanto gli Echidna siano preparati e maturi ma non statici, la mutazione che porterà al sound finale sembra ancora in corso, se riuscissero a mantenere questi standard distaccandosi un minimo dalle influenze così prominenti, esaltate ma al tempo stesso incatenanti, in tal caso si parlerebbe di rivelazione a tutti gli effetti.
"Manifests Of Human Existence" è un autoprodotto, vanta però una produzione ben più che dignitosa, sia i suoni che la voce sono ben impostati e gli equilibri non subiscono scossoni evidenti che inficino una release che fa dell'unione di tecnica, melodia e atmosfere la caratteristica su cui lavorare in futuro per il salto di qualità definitivo.
Gli Echidna sono da seguire con attenzione, l'ascolto è consigliato a chiunque mastichi queste sonorità e voglia album che non siano fini a se stessi.
Come scrissi per i Transcending Bizzarre? loro connazionali e band con la quale condividono il batterista, sono musicisti a cui la passione impone l'andare oltre, lo step iniziale è stato fatto, il continuare su questa via non potrà che portare buoni frutti.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute