lunedì 31 gennaio 2011

VANHELGA - Mortem Illuminate Mea


Informazioni
Gruppo: Vanhelga
Anno: 2010
Etichetta: Inominatus Productions
Contatti: www.myspace.com/vanhelga218
Autore: Mourning

Tracklist
1. Fog
2. Blessings Of Nothingness
3. Knowledge Through Contradiction
4. Words Of Flesh
5. Saknad
6. Ritual Of Volition
7. Death
8. Emptiness

DURATA: 46:35

Seguo i Vanhelga dal primo demo, non nego di essermi pian piano affezionato all'act svedese che vede il solo 145188 alla guida. La sua musica non è mai stata innovativa nè tanto meno ha intenzione di esserlo, le influenze sono legate da sempre al filone black della madre patria Svezia da cui proviene e gente come i Dissection del fu Jon Nödtveidt sono presenti e percettibili nettamente all'interno della proposta che passo dopo passo si è affinata divenendo più matura e centrando sempre più quell'obbiettivo unico prefissatosi, esprimere il caos, linea guida che porta avanti la volontà Vanhelga.
"Mortem Illuminate Mea" è l'album di debutto, arriva dopo i due buonissimi demo "Enslaved By God" e "Disembowel Of Illusion" (entrambi già recensiti) ed è già seguito da altrettanti lavori lo split "The Ensemble Of Dark Desire" dove si affiancano a Morbid Frost, Vinterslav e Omen (Mys) e l'ep "The End Of Reason".
Sono stati due anni prolifici, il culmine è legato però a questi otto pezzi che in quaranta minuti proseguono la direzione intrapresa sin dai vagiti iniziali, niente ritmiche serrate al massimo tendono all'incalzante, sono le melodie classicamente caratterizzate dall'espressione pura di un feeling nero a farla da padrone, l'opera stavolta è più ragionata ma non mette di lato quelle movenze che alternano attimi fatti per fugaci e traditori attacchi ad altre diluite tese ad allentare una presa che diviene stritolante per l'apporto maligno che le atmosfere infliggono pesanti e giudicanti.
Che siano una "Blessing Of Nothingness", "Word Of Flesh", "Saknad" (bello il finale in cui il piano prende possesso della scena) o una "Ritual Of Volition" a possedervi poco importa, è chiaro che al contrario di colleghi dalla nomea altisonante ma dall'attitudine di cartone in stile Watain la natura oscura delle composizioni si alimenta e continua a far fluire al proprio interno quel ricircolo d'odio incline a chi vuole ostacolare una figura a cui viene dato il ruolo di demiurgo senza possederne i dovuti meriti, il destino morale lo si costruisce da soli, nessuno lo impone.
Niente proclami, poster marchiati col sangue o cd distribuiti attraverso grandi magazine, i fatti sono riconducibili alle note e questo deve bastare.
Il viaggio illuminante, che si pone di varcare i confini dell'infinito sfruttando i canali della corrente draconiana, esplica quella voglia costante di caos privo di schema o forma entropica a cui fanno riferimento le credenziali dei Vanhelga: ora è in atto.
Chi conosce la band saprà quindi che non c'è bisogno di dilungarsi più di tanto, la musica è qualitativamente apprezzabile mantenendo e in certi passi superando il livello di ciò che aveva sinora proposto.
La produzione è sempre stata uno dei punti forti dei lavori di 145188 che non si è mai rivelato dilettantistico nel curare le proprie uscite.
Se avete avuto modo di approcciare la sua musica in passato e vi fosse piaciuta, con questo "Mortem Illuminate Mea" avrete un ennesimo porto sicuro in cui rifugiarvi, così come gli amanti dello stile svedese si troveranno fra le mani un platter che rientrerà nei loro canoni di gradimento.
Vanhelga, un nome che ora più che mai conferma d'essere una solida realtà.

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