Informazioni
Gruppo: Amarok
Titolo: Amarok
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Orca Wolf Records
Contatti: www.myspace.com/amarokdoom
Autore: Mourning
Tracklist
1. I
2. II
DURATA: 29:09
Volete farvi del bene causandovi tanto male? Ottimo, la risposta a questa richiesta ve la forniscono in soli due brani gli statunitensi Amarok.
Il dodici pollici omonimo prodotto dalla Orca Wolf Records (contiene un pezzo in meno, "III", rispetto all'ep originario del 2010 ancora privo d'etichetta) con soli trenta minuti di musica ci propone una formazione che possiede più di una qualità e motivazione che inducano all'ascolto.
La storia della band sembra esser stata molto tortuosa fino a quando non è stata trovata una volta line-up ideale formata da quattro elementi, Kenny e Jeremy (chitarra e voce), Brandon (basso e voce) e Zeke alla batteria. I ragazzi hanno in comune la passione per gli slow-rhytm e per la concezione compositiva di colossi del dolore quali Grief e Khanate senza per questo doversi risparmiare dall'intraprendere discorsi che portino a galla nel sound act quali Burning Witch e Weedeater con la vena sabbathiana immancabile a far capolino nei momenti più "heavy" se così possiamo definirli.
Sì, perché il contesto ricreato da "Amarok" potrebbe essere incorniciato con l'etichetta "Funeral Stoner" talmente è espanso e luttuoso in alcuni frangenti il mood ossessivo e cosparso di cenere che fa scivolare con una flemma drammatica le canzoni.
La linea guida dei pezzi è similare, offrono però una percezione dell'intensità venefica e maligna che trasmettono alquanto differente, "I" seppur punti su un "wall of sound" praticamente devastante è con l'esposizione di quell'enfasi ciclica e soggiogante al pari di una tortura che eleva le sue doti passando da una classica monumentale prestazione spaccaossa a un flagellare psicologico che invece in "II" diviene il climax prominente, è il materiale che utilizza per erigere quelle atmosfere tetre e destabilizzanti che riportano alla mente proprio la malsana, ronzante e biecamente melodica visione che un paio fra gli act citati in testa in passato riuscirono (o riescono ancora) a imprimere alle loro opere.
In definitiva, anche in questo caso non ci troviamo davanti a chissà quale svolta sonora, i ragazzi californiani ci regalano però una prova nettamente al di sopra della media, se amate la commistione di generi e la fascia più estrema del filone è ciò che ascoltate con frequenza, l'acquisto di un lavoro come "Amarok" sarebbe quantomeno da tenere in alta considerazione.