Informazioni
Gruppo: Beastwars
Titolo: Beastwars
Anno: 2011
Provenienza: Nuova Zelanda
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: http://beastwars.bandcamp.com
Autore: Mourning
Tracklist
1. Damn The Sky
2. Lake Of Fire
3. Mihi
4. Daggers
5. Call Out The Dead
6. Red God
7. Iron Wolf
8. Cthulhu
9. Empire
DURATA: 39:04
La Nuova Zelanda in questi ultimi anni ha donato alla scena rock/metal delle gran belle realtà, mi vengono in mente i nomi Arc Of Ascent e House Of Capricorn.
In questi giorni nello stereo è girato più e più volte l'album di debutto omonimo dei Beastwars, la formazione proveniente da Wellington è portatrice di una miscela musicale alquanto gradita al sottoscritto che vede tirare in causa monicker quali Kyuss, Mastodon (per il groove), High On Fire e in alcuni frangenti addirittura una strana vena Rob Zombie.
Voi direte che c'entra Rob? Ricordate la versione di "Children Of The Grave" rifatta da questo signore nel primo tributo "Nativity In Black (N.I.B.)" dedito ai fondamentali Black Sabbath? Beh, l'opener "Damn The Sky" sembra un incrocio di quel pezzo con una forte influenza Palm Desert, un bell'uragano sabbioso e seventies.
La band non è portabandiera di novità rilevanti, è però capace d'infilare un filotto di canzoni che sia per potenza ed espressività ("Damn The Sky", "Lake Of Fire", "Call Of The Dead"), sia per la passionalità e la carica rock che esprimono ("Mihi" e "Iron Wolf") si fanno valere, puntano i piedi mettendo in campo una struttura compositiva non troppo complicata ma perfetta per dare corpo e anima a un sound genuino e deciso.
Brani come "Daggers" tirano fuori rimembranze grunge del periodo primordiale dei Soundgarden, sì, l'era in cui Yamamoto risiedeva al basso e appesantiscono il carico già massiccio imprimendo una dose di sound scuro ancor più pressante, vedasi ciò che avviene in "Empire".
"Beastwars" è un album ben suonato in cui soprattutto le chitarre fanno la parte del leone, la strumentazione infatti nel complesso riesce a portare a casa una prestazione alquanto soddisfacente, probabilmente il drumming dovrebbe avere un assetto propellente più spiccato ma è un difetto che si può correggere in corsa. E' la prova del cantante Matt Hyde, a metà fra un Neil Fallon e un John Garcia di buon'annata, a fare la differenza in positivo dando quello stacco di testa in più alle tracce.
Siamo di fronte a un'autoproduzione che merita di essere acquistata e a una formazione, i Beastwars, che in futuro potrebbe far parte del giro che conta.
Per il momento la promozione è senza riserve, attenderò con piacere una conferma della bontà musicale sinora proposta, seguite e ascoltate.