Informazioni
Gruppo: Infection Code
Titolo: Fine
Anno: 2010
Provenienza: Italia
Etichetta: New Lm Records
Contatti: www.myspace.com/infectioncode
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Varnish
2. All Colours
3. Grey
4. Collapse Of The Red Side
5. Black Glue
6. Cupe Vampe
7. Painting My Life
DURATA: 44:00

La presentazione scritta dal gruppo per questo lavoro mi preannunciava già che probabilmente non sarebbe stato un album così immediato e infatti così è stato.
"Fine" è un concentrato di influenze e stili che sarebbero forse riassumibili cercando di immaginare un incontro tra l'anima più sperimentale dei Neurosis e i Godflesh, il tutto spruzzato con un'abbondante dose di Noise.
Il disco si apre con "Varnish", una caotica e malata litania dai contorni disturbanti che si sviluppa su un tappeto di percussioni, un'ottima introduzione nel mondo schizoide degli Infection Code.
"All Colours" e "Collapse Of The Red Side" sono invece brani costruiti per lo più sopra a delle nevrotiche sezioni Noise unite a dissonanti tratti Post e Industrial fino a formare un risultato interessante, sebbene forse non ancora abbastanza d'impatto quanto sarebbe lecito aspettarsi.
"Grey" è il capitolo decisamente migliore dell'intero platter, un lungo episodio fumoso ed estraniante, esplicato molto bene dal colore che gli da titolo, e arricchito da momenti vocali non troppo distanti da alcune scelte messe in atto a suo tempo da Jonathan Davis nei primi dischi dei Korn.
Cambia invece il canovaccio con "Black Glue", un pezzo che alterna efficacemente una sorta di brutale intransigenza a spazi melodici che rendono più marcato il contrasto di una natura divisa tra aggressività e intime riflessioni.
Un plauso va fatto allo splendido lavoro sintetico e asettico operato per coverizzare "Cupe Vampe" dei CSI, il preludio antecedente a "Painting My Life" che, con il suo crescendo di elettronica, distorti nervosismi chitarristici, percussioni rade e vocals prima soffuse e poi rabbiose, chiude in maniera ottima "Fine".
Non dubito che questo album possa aver ricevuto, e possa continuare a ricevere, tante critiche così come tanti elogi. E' un lavoro di non facile comprensione e assimilazione, ma personalmente sono convinto che, se trovata la giusta chiave di lettura, moltissimi possano apprezzarlo e non poco.
L'alta natura sperimentale, unita a scelte stilistiche non certo convenzionali, potrebbero far storcere il naso a molti.
Ritengo comunque che "Fine" sia un ottimo prodotto e che, come ogni creatura "diversa" dagli standard, non potrà mai mettere d'accordo tutti.
L'unica cosa che rimane da fare è ascoltare questo disco cercando di aprire il più possibile la mente: sarete tra coloro che lo ameranno o tra coloro che non lo capiranno?
C'è un solo modo per scoprirlo.