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lunedì 22 agosto 2011AN AUTUMN FOR CRIPPLED CHILDREN - EverythingInformazioni Gruppo: An Autumn For Crippled Children Titolo: Everything Anno: 2011 Provenienza: Friesland, Olanda Etichetta: ATMF Contatti: www.myspace.com/crippledchildren2009 Autore: Bosj Tracklist 1. Forever Never Fails 2. Formlessness 3. Absence Of Contrast 4. We All Fall 5. Nothing/Everything 6. Her Dress As A Poem, Her Death As The Night 7. I Am The Veil 8. Cold Spring 9. Rain DURATA: 43:42 Poco più di un anno e mezzo è servito agli olandesi An Autumn For Crippled Children per riproporsi sul mercato con un nuovo, secondo full lenght. Poco è cambiato nella proposta del trio di Friesland rispetto a quanto descritto nel precedente articolo che trovate su queste pagine; tali rimangono i punti di forza e le debolezze di un combo che riassume il metal anni '10. Molte le influenze, tutte moderne: si va dal post-rock più distorto à la Explosions In The Sky, passando per tematiche care agli Agalloch, a dei suoni di origine tutta transalpina grazie all'ormai rockstar Neige e il suo progetto Alcest, senza dimenticare dei nomi meno blasonati, tuttavia presenti, come i nostrani Klimt 1918 (quelli di "Dopoguerra", nello specifico). Shakerando per bene il tutto arriviamo a questo "Everything", lavoro che si propone di essere molto atmosferico ed umorale, ma che riesce nell'intento solo a metà. Sarà perchè non c'è più la musica di una volta, sarà perchè non ci sono più le mezze stagioni, ma in questo autunno per bambini disabili non spira la brezza fresca che ci si aspetta, non c'è quel sole pallido e chiaro che intiepidisce le giornate; in quest'autunno, purtroppo, a farla da padrona è una coltre di nebbia che ricopre i suoni e le idee, rendendole vecchie e stantie, già sentite. Tutti i nomi di riferimento di cui sopra, in un modo o nell'altro, hanno impresso la loro marcata personalità nei propri lavori, si sono resi riconoscibili nel corso degli anni. In "Everything", invece, ancora questo non è accaduto. Un perfetto compito a casa, impeccabile nelle costruzioni a tavolino e nel seguire stilemi dettati da (non più tanto) nuove correnti di pensiero, poco di più. La varietà non è propria di questo lavoro, che insiste sulla formula di una base post-rock/shoegaze velocizzata al massimo, scream sofferto (ed equalizzato in modo pessimo, credo per scelta, risultando spesso inudibile, sovrastato dal wall of sound delle chitarre ed amalgamato indistinguibilmente a questo) e stacco acustico, "tastieroso" od atmosferico più in generale. La desolazione che dovrebbe trasudare dai brani, il senso di fredda apatia che i titoli e l'artwork lascerebbero intendere, purtroppo non ci sono ancora. E' bello vedere che gruppi di nicchia e generi minori riescano ad ispirare giovani in ogni angolo di mondo, purtroppo i tre ragazzi dei Paesi Bassi non sono riusciti ancora a metabolizzare appieno i dettami degli artisti di cui sopra, e il risultato è un lavoro destinato a farsi apprezzare dai soli cultori del genere. |
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