Informazioni
Gruppo: Denial Fiend
Titolo: Horror Holocaust
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Ibex Moon Records
Contatti: www.myspace.com/denialfiendband - www.facebook.com/denialfiendband
Autore: Bosj
Tracklist
1. Corrupted Flesh
2. Stuck Pig / Bleeding Out
3. After Party Massacre
4. Flesh Coffin
5. A Fiend Without A Face
6. Horror Holocaust
7. Dusmoor
8. Hell Asylum
DURATA: 29:42
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Qualcosa è cambiato, a livello di songwriting e di strumentazione, rispetto al precedente "They Rise", riassumibile più o meno in questi termini: se lì avevamo a che fare con un disco death con venature thrash, ora ci troviamo alle prese con un disco che di death metal conserva solamente certe parti di chitarra. La batteria, infatti, è oggi di competenza di Rob Rampy (l'altro ex-Massacre, Curtis Beeson, ha infatti lasciato poco dopo l'uscita del precedente full), maestro del tupa-tupa vecchia scuola con i suoi D.R.I.; questo, unito alla già citata illustre presenza di Cook e del suo personalissimo timbro di voce dietro il microfono, non ha potuto che influire in maniera evidente sulla somma finale degli addendi, allontanando i Denial Fiend da quello che inizialmente poteva ad occhio poco attento sembrare un progetto post-Massacre.
Fatte le dovute presentazioni, la mezzora scarsa di "Horror Holocaust" non riserva grosse sorprese: musici dalla collaudata esperienza, suoni puliti e distinti, tematiche d'alta scuola quali horror, slasher e zombie movies di classe. Un divertissement che non si prende sul serio e, proprio per questo, si fa apprezzare.
Otto brani, tutti tra i tre e i quattro minuti, qualche assolo, molto già citato tupa-tupa, strofe da urlare a squarciagola boccale alla mano. Unica eccezione la strumentale "Dusmoor", piena di distorsioni e bisbigli demoniaci, che giustamente apre le porte alla conclusiva ed esplicativa "Hell Asylum", posto adatto dove rinchiudere i quattro americani. Nessuna variazione, nessun rallentamento, solo un thrash/death schiacciasassi che diverte e, soprattutto, si diverte. Nulla da aggiungere.
Astenersi sperimentalisti e metallari acculturati. Per tutti gli altri: portatevi un paio di birre.