lunedì 1 agosto 2011

BLAAK HEAT SHUJAA - Blaak Heat Shujaa

Informazioni
Gruppo: Blaak Heat Shujaa
Titolo: Blaak Heat Shujaa
Anno: 2010
Provenienza: Parigi, Francia
Etichetta: Improvising Beings
Contatti: www.myspace.com/blaakheatshujaa
Autore: Mourning

Tracklist
1. High On Altitude
2. Sinaloakarma (The Baja Blues)
3. M.I.A.
4. The Brown Buffalo
5. Where You At
6. The Pest
7. Let A Thousand Parks Bloom
8. Moon
9. Moon (PartII)

DURATA: 1:03:02

La Francia, per quanto se ne parli poco rispetto ad altre nazioni, è anch'essa ben dentro al giro stoner che conta, formazioni quali Denizen, Mars Red Sky, Last Barons, Glowsun, Huata etc etc... hanno già fatto sentire la propria voce, nel 2010 è però uscito un disco che vale la pena di riprendere ed esaminare, l'omonimo dei Blaak Heat Shujaa.
Il trio composto da Thomas Bellier (voce e chitarra), Antoine Morel-Vulliez (basso e voce) e Tim Gacon è di quelli che destano interesse, non inventano nulla ed era anche difficile immaginarla una cosa simile, possiedono però una discreta abilità che permette loro di muoversi in più territori, noterete infatti come formazioni quali Naam, Colour Haze, Yawning Man, Om riescano a incrociare il Desert-Rock dei maestri Kyuss e la psichedelia più allucinata dei Nebula rendendosi permeabili a infiltrazioni che inseriscono i monicker Queens Of The Stone Age e Alice In Chains in un calderone che contiene una pietanza davvero succulenta.
Non sarà difficile riconoscere il marchio Homme in una "Sinaloakarma (The Baja Blues)", sarà però sorprendente il modo in cui "M.I.A." riporterà alla mente le atmosfere tanto care agli Alice In Chains e ai Mad Season grazie al vocalizzo più unico che raro di Layne Staley.
Si respira aria di colonna sonora nell'opener "High On Altitude" e "The Brown Buffalo", il selvaggio west sembra talmente a portata di mano da poter assaporare gli odori e i rumori che ne caratterizzano il paesaggio e se il trip non poteva che essere un componente fondamentale per lo svolgimento di un album dal gusto decisamente in stile Kyuss per i suoni, quello che sorprende sono le movenze delle sessioni per lo più strumentali che garantiscono quella sensazione di jam perpetuata nel tempo con passione come avviene in brani come "Where You At" e "Moon".
Non è quindi un caso che questi ragazzi abbiano condiviso il palco con realtà di prim'ordine quali Acid King, Yawning Man, Dali's Llama e i Ramon Zarate (ospiti anch'essi della nostra 'zine un paio di mesi fa con "Oyster"), così come non è un caso che per la produzione si siano affidati a un egregio signore che di nome fa Scott e cognome Reeder che ha tirato fuori dal cappello un numero dei suoi, il sound dei Blaak Heat Shujaa è in una parola orgasmico.
Sessantaquattro minuti sono una durata importante, i francesi li rendono intriganti, piacevoli e viaggianti annullando qualsiasi perplessità, non c'è scusa, deja vù o semplice mozione che si possa porre a un lavoro della portata di "Blaak Heat Shujaa".
Che vi piacciano il Rock desertico, il progressivo o gli allucinogeni sonori ammazza elefanti blu (viola o di qualsiasi colore preferiate) quest'album va di diritto inserito in lista acquisti augurando alla band di poter urlare al capolavoro senza mezzi termini con ciò che gli succederà, promessa che spero vivamente venga mantenuta.

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