lunedì 3 gennaio 2011

DREKER - In Thrash We Trust


Informazioni
Gruppo: Dreker
Anno: 2009
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/drekerband
Autore: Mourning

Tracklist
1. We Want To Drink
2. Bimbominkia
3. War Of The Whores
4. A Moment Of Lucidity
5. In Thrash We Trust

DURATA: 19:58

Sono salentini, irriverenti, fancazzisti e buoni musicisti i Dreker. Il monicker, che nasce dal modo di pronunciare in pugliese il nome della nota birra che ha sempre avuto quel gran pezzo di strafiga bionda, la Dreher, è quanto di più azzeccato potessero scegliere per un'attitudine che scorre a fiumi in stile Tankard.
Si divertono e suonano quello che gli piace, un thrash/punk libero da tecnicismi di sorta e che mostra delle discrete costruzioni impiantando basi solide e incalzanti su cui il cantante si lascia andare infilando testi sarcastici ma anche veritieri, questo è "In Thrash We Trust" (titolo da incorniciare).
I brani vengono anticipati nel warm-up da samples che ne identificano il carattere, è così che all'opener "We Want To Drink" si associa un Homer Simpson ispirato e più in "doh" che mai, all'inno dedicato ai fruitori della "cara" Mtv odierna "Bimbominkia" (è bellissimo intonare il ritornello a voce di testa pensando che accanto a voi ci siano delle zucche vuote simili) la classica stronzetta di turno che inneggia ai Tokio Hotel e una eclatante "War Of The Whores" addirittura celebra i fasti delle storiche lotte "femministe" che la nostra tv ci ha donato in visione nottura all'interno di uno dei programmi culturali più elevati del folto palinsesto italico: "L'Isola Dei Famosi".
L'ep scivola via, le tracce scorrono fra sferragliate veloci e brevi assoli adrenalinici e d'improvviso i ragazzi mi diventano seri?
Già, inaspettate come una crisi mistica di antiberlusconismo in casa Emilio Fede giungono le note di "A Moment Of Lucidity", strumentale, ragionata, decisamente retrò che va a pescare soluzioni e atmosfere dei Metallica, quelli defunti nell'1988 (la band si è sciolta vero?) e sono proprio lucidi nell'esporle.
E' in questo frangente che si nota come venga fuori la maturità di una band che sa quando mettere da parte, anche se per poco, la propria indole caciarona mostrando di avere anche altro da poter offrire, bravi.
Conclude, non è da meno la titletrack e motto impossibile da non tenere in considerazione per chiunque segua il thrash, è un credo appartenente a una disciplina motivazionale ancora più grande, il Metal, i Tankard si rifanno vivi e i venti minuti che ho trascorso in compagnia dei Dreker mi hanno fatto venir voglia di stappare l'ennesima birra (cazzo).
Come per i Devastator non posso che lodare l'operato di questi musicisti, tanto party men quanto giustamente critici verso l'inciviltà sonora e morale che ci circonda, la produzione non è il massimo ma chi se ne fotte, alzo il volume, prendo una bionda e ricomincio a sbattere la testa, citando un personaggio "fondamentale" del panorama discografico nazionale: "tutto il resto é noia".

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