lunedì 7 febbraio 2011

HELL IN THE CLUB - Let The Games Begin


Informazioni
Gruppo: Hell In The Club
Anno: 2011
Etichetta: Red Pony / Audioglobe
Contatti: www.myspace.com/hellintheclub
Autore: Mourning

Tracklist
1. Never Turn My Back
2. Rock Down This Place
3. On The Road
4. No Appreciation
5. Since You're Not Here
6. Another Saturday Night
7. Raise Your Drinkin' Glass
8. Forbidden Fruit
9. Natural Born Rockers
10. Star
11. Daydream Boulevard
12. Don't Throw In The Towel

DURATA: 44:45

Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma, gli artisti dopo anni e anni di militanza nella scena musicale sentono il bisogno di reinventarsi, i side-project spesso sono di un'inutilità devastante, alle volte però riescono anche a superare i traguardi raggiunti con le band madre.
Gli Hell In The Club sono stati fondati come valvola di sfogo? Chissà, quello che è evidente è che Davide Moras degli Elvenking, Andrea Buratto e Federico Pennazzato dei Secret Sphere non sono fra gli ultimi arrivati e che abbiano trovato in Andrea "Picco" Piccardi un ottimo elemento con cui completare la line-up di questa nuova formazione.
Cos'è venuto fuori da quest'incontro? Un ritorno alle sonorità fatte di lustrini, hard'n'heavy glitterato e scatenato anni Ottanta di cui gente come Danger Danger, Aerosmith, L.A. Guns, e per rimanere nel contemporaneo Hardcore Superstar e perché no i Backyard Babies, si faceva ed è tuttora portabandiera.
"Let The Games Begin" è un album privo di pause e buchi, dodici tracce fatte per vivere un party in continua evoluzione ripercorrendone tutte le sue fasi, ci sono i brani da pista scatenanti, trascinanti, la prima parte della tracklist che va dall'opener "Never Turn My Back" a "On The Road" impatta alla grande scaricando un'elevata dose d'adrenalina, soprattutto "Rock Down This Place" è una fucilata dal refrain che ti rimane in testa.
I toni si fanno più scuri in canzoni come "No Appreciation", "Since You're Not Here" e "Forbidden Fruit" dove la figura di Sebastian Bach e dei suoi Skid Row sembra farsi strada fra le varie influenze.
A queste s'inframezza la cover di "Another Saturday Night" incisa nel 1964 da Sam Cooke riportata in auge nella decade successiva da Cat Stevens nel 1974, la versione degli Hell In The Club come potrete facilmente immaginare è velocizzata e dai tratti cromati lucenti.
Come si può organizzare una festa e farsi mancare il momento clou della serata? Chi non ha mai aspettato il lento per stringere la compagna e condividere un paio di minuti con la ragazza per cui si provava un interesse, sul piatto d'argento ci viene servita "Star" una ballad adatta alla situazione, il corso riprenderà altri ritmi e cadenze con le conclusive "Daydream Boulevard" e "Don't Throw In The Towel" dalle venature bluesy.
E' un ascolto dinamico, accattivante e che ti far venir voglia di rimetterlo in circolo senza troppi patemi d'animo, pur non essendo un amante del genere è stato abbastanza semplice farsi catturare dalle canzoni e dalla prestazione di un quartetto che ha idee ben chiare.
Per i nostalgici di quel periodo "Let The Games Begin" è un bel regalo, i ricordi verranno a galla episodio dopo episodio, per chi invece se lo ritrovasse fra le mani e abbia delle perplessità, prima di prendere una decisione lo mandi un paio di volte on air e chissà che non vengano meno come successo al sottoscritto, concedetegli un po' del vostro tempo, gli Hell In The Club sanno ciò che fanno.

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