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lunedì 7 febbraio 2011HOLLOW LEG - InstinctInformazioni Gruppo: Hollow Leg Anno: 2010 Etichetta: Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/hollowlegband Autore: Mourning Tracklist 1. Caretaker 2. Shattered 3. The Return 4. The Source 5. Bacchus 6. Nothing Left 7. Spit In The Fire 8. Warbeast 9. Grace 10. Wayside DURATA: 53:01 Pesanti come mattoni, stringenti come una morsa che sa quali punti andare a premere per far male gli Hollow Leg, duo composto da Brent (chitarre e voce) e Tim (batteria e voce), si presentano a noi come una doom-stoner machine fangosa e dura a morire. I ragazzi di Jacksonville (Florida) hanno vissuto per un periodo della loro vita a Boston addentrandosi anche nell'underground hardcore e metal di quella zona. E' impressionante quante formazioni un lavoro come questo "Istinct" possa evocare a influenza, penso a gente come Acid King, Orange Goblin e Black Cobra tutte star del genere dalle quali però riescono a distaccarsi fornendo all'ascoltatore un songwriting maturo e con sprazzi di lucidità personale che affonda le mani nel fango del groove e delle atmosfere doom più oppressive alternandole a movimentate scorribande stoneriane. Le caratteristiche della band vengono sviscerate in pieno dalla doppietta d'apertura che vede "Caretaker" e "Shattered" assuefarci con un'ondata di sonorità multiple e minacciose, la voce è estrema, al vetriolo, si ritaglia gli spazi in cui poter sfogare la collera di cui è sana portatrice. Le successive "The Return" e "The Source" sono fra gli highlights da scoprire in quest'album, la prima è ossessiva, viziosa, ridondante con un'accennata vena psichedelica punitrice, la seconda vede la collaborazione di Stevie Floys dei Dark Castle nel reparto vocale, acquista una dose di animo sognante pur rimanendo ancorata alla solidità terrena minacciosa e spaccaossa che in fin dei conti è il marchio di fabbrica degli Hollow Leg. Siamo neanche a metà di "Istinct" e ho il collo praticamente a pezzi, la voglia di sbattere la testa e la birra che mi son scolato sono una motivazione in più per andare in fondo a questo percorso di distruzione. Prende piede "Bacchus" un mid-tempo granitico e figlio di puttana che ti chiede forzatamente di continuare a sbattere la testa, i solchi sono giganteschi, puro groove sostituito da una "Nothing Left" secondo capitolo che vede la partecipazione di altri musicisti, è la volta di Scott Angelocos e Jarad Weston metter parola in un brano dove lo stridulo vociare si pone sopra l'ennesima serie di riff colossali prima dell'overdrive inserito in una "Spit In The Fire" che con un'incedere ciclico ipnotico assoggetta e possiede uno strano chorus, una via di mezzo fra uno stato alterato mentale offerto dalla voce sempre irritata e la contrapposizione melodica che lo rende particolarmente piacevole all'ascolto. La fine dell'album sta per giungere e il tasso alcolico aumenta, ho bisogno di un Daniels per svegliarmi e continuare, direte che ci sto dando sotto e stramazzerò a terra? Sarà stata fatica spesa bene, la compagnia è giusta. Più sono lunghi i pezzi degli Hollow Leg e più t'invitano a devastarti, "Warbeast" (Angelocos presta anche stavolta la sua ugola per le backings vocals) n'è un esempio lampante, riff killer, ritmi impostati per dar luogo a un tellurico e pachidermico andare adornato da tratti di melodia a tinte grigio/nere e il gioco è fatto, abbiamo nelle orecchie suoni e atmosfere familiari per gli appassionati ma quando si ha una serie così positiva e ben congeniata di canzoni non ti viene da dire che datemene ancora e ancora. Mancano solo due tracce e il sigillo finale verrà posto, ci sono vibrazioni seventies che si addensano in una coltre anthemica stoneriana nella suadente "Grace" dallo spegnersi acustico, tocca quindi allo strumentale "Wayside" salutare riprendendo da dove la precedente si era interrotta per indiavolarsi liberando una furia rotonda e grassa dai contorni psych che scrive a lettere cubitali: "This Is The End". E' stata un'esperienza fantastica avere nel lettore "Istinct", la produzione è praticamente perfetta regalando all'ascoltatore ciò che l'ascoltatore vuole da un disco simile, la potenza, essa viene eloquentemente rappresentata nella scelta dell'artwork che vede in fronte fra logo e titolo del platter un bel toro, animale che fa della mole e della carica doti essenziali della propria figura. Volete stoner? Volete doom? Avete essenzialmente bisogno di entrambi per far ripartire una giornata andata a puttane? Gli Hollow Leg saranno la vostra droga, non farà danni al cervello, probabilmente vi ritroverete col collo a pezzi per il troppo sbatacchiare, è un rischio che si può correre, "Istinct" è un acquisto che non va rimandato. |
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