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lunedì 14 febbraio 2011BANE OF ISILDUR - Black WingsInformazioni Gruppo: Bane Of Isildur Anno: 2010 Etichetta: Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/baneofisildur Autore: Mourning Tracklist 1. Chosen Path 2. Last Alliance 3. The War Of Gods And Men 4. 1066 5. Furious Hunt 6. Born To Scorch The Earth 7. Cold 8. Of Crimson And Cold Steel 9. A Red Dawn 10. Outro (War, Fire, Death And Victory) 11. Hells Bells DURATA: 58:22 Come sempre più spesso avviene l'estremo s'imbastardisce, è una tendenza degli ultimi anni introdurre elementi folk in dischi che solcano musicalmente territori black/death, a questa scia si sono accodati anche gli australiani Bane Of Isildur? Onestamente di folk ci sento poco o nulla, è una produzione solida ma che si basa sui due filoni primordi, non ci sono strumentazione acustica o richiamo silvestre, non ho sentito nessun inserto che fuoriesca dal panorama rappresentato da quell'accoppiata di generi, forse si esagera nell'affibbiare titoli anche dove non c'è bisogno? Dopo aver rilasciato un ep omonimo nel 2006 e il demo "Stormlords" nel 2008, con cadenza praticamente biennale sfornano un nuovo lavoro, stavolta però la fatica è in forma full lenght e ne dichiara il debutto ufficiale. "Black Wings" contiene undici brani, quattro dei quali sono quelli del demo che lo precede e una cover conclusiva che esula dallo stile proposto portando alla ribalta gli ascolti più classici della band, è su "Hells Bells", uno degli inni storici dei connazionai Ac/Dc, che è ricaduta la scelta. La base è un death melodico possente e per lo più dei momenti proposti incalzante e fiero, il rimando alla creatura svedese Amon Amarth per certe atmosfere e alcune soluzioni in genere non è da escludere, ascoltando brani quali "The War Of Gods Of Men", "Born To Scorch The Earth" e l'opener "Chosen Path" spesso contese dalla melodia e dall'impatto si nota una lotta interna su quale delle due componenti debba prendere il sopravvento. E' un' accentuata vena viking e non folk (forse alcuni giri di chitarra che intarsiano il platter varcano il confine attingendo in quel seminato ma nulla di trascendentale) quella che interagisce all'interno delle tracce, si percepisce come gli australiani espongano nelle canzoni una battaglia, un mondo che sta cambiando sotto i colpi di una furia dovuta allo scontro, non ci sono né gli estremi intimismi di matrice folk riscontrabili nella visione rurale dei Primordial e in quella evocativa dei Moonsorrow, nè tanto meno il divertimento sciapo e stucchevole di act come i Korpiklaani, sono lame che s'incrociano, assalti e arcaiche memorie scandite da brevi tirate martellanti di David Pietersz e dalla voce aspra, rude di Aaron, cantante e chitarrista, a farla da padrone. Dopo tanto fervore sono rimasto un po' interdetto quando "A Red Dawn" ha iniziato il suo corso, il pezzo è piacevole, un esempio di melo-death ben composto ma sembra esser stato partorito dalla mente dei Dark Tranquillity in molte delle sue parti, ha un piglio e un modo diverso di andare incontro alle tematiche affrontate e a seconda del momento mi sembra più o meno fuori posto, "Outro" invece sposta il tiro spingendo sul versante blackish, è il brano più maligno e concitato con i synth che ne rafforzano l'incedere. Finite le scorribande e le storie rimembranti il passato, tocca alla cover di "Hells Bells" concludere definitivamente il platter, il pezzo è uno di quelli che non si può dimenticare anche se lo si fosse ascoltato una sola volta nella vita, non male in fin dei conti la versione che eseguono, è estremizzata soprattutto nel comparto vocale ma senza arrecare danni irreparabili a chi è un fedele fruitore di Young e soci. "Black Wings" vanta una buona produzione (il master è stato affidato alle mani esperte dei Necromorbus Studio, Svezia) che delinea il sound e fa sì che la strumentazione abbia il dovuto risalto. Se aveste bisogno di un disco che vi dia nel medesimo istante una prestazione potente e dal buon gusto melodico, tenete in considerazione i Bane Of Isildur. |
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