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lunedì 14 febbraio 2011BRUTALLY DECEASED - Dead Lover's GuideInformazioni Gruppo: Brutally Deceased Anno: 2010 Etichetta: Lavadome Productions Contatti: www.myspace.com/brutallydeceasedband Autore: Mourning Tracklist 1. Lustful Sodomy In The House Of God 2. Dead Lovers' Guide 3. Blissful Desecration 4. They Shall Feast 5. ...And Here I Die Forsaken 6. A Life Once Aborted 7. Demise Of The Human Swine 8. All That Rots And Withers 9. Override Of The Overture (Dismember cover) DURATA: 33:12 La Repubblica Ceca ha una scena death metal di tutto rispetto che si è sempre mossa bene e continua a farlo, mi è sembrato strano ascoltare "Dead Lover's Guide", debutto dei Brutally Deceased, quando ancora non ne conoscevo la provenienza, l'unica cosa che posso dirvi è che il sound è schifosamente (da prendere in positivo) svedese. La macchina del tempo si è attivata riportandomi a cavallo del periodo che va dal 1989 al 1993, sono questi gli anni di riferimento per inquadrare la proposta di una formazione composta da gente esperta data la militanza in altri act già avviati come Having Earth, Jig-Ai e Psychotic Despair. Non sono quindi novellini e soprattutto hanno le idee ben chiare, il disco è un tributo, non può esser definito in altra maniera, allo stile primordiale "made in Sweden" con la triade Dismember, Entombed e Grave a fornire le armi necessarie per costruire e sviluppare i brani, le prime due soprattutto sono la matrice portante e devastante che fa di "Dead Lover's Guide" un'appassionata prestazione dalla visuale retrò e dotata di gran carattere. Il cantato è un bel growl profondo e cattivo, ascoltando le chitarre in alcune occasioni sembra proprio d'aver messo su e non per sbaglio "Clandestine" e "Like An Everflowing Stream", non è quindi un caso che a chiusura del platter uno si trovi spiattellata la cover dell'opener "Override Of The Overture" di quel classico intramontabile. E allora via, la giostra prende a girare e si alternano "Lustful Sodomy In The House Of God", "They Shall Feast", "...And Here I Die Forsaken", siamo a metà del platter ma il feeling continua a crescere, sarà una questione personale dovuta all'amore incondizionato che provo verso la natura death scandinava, fatto sta che quando con "Demise Of The Human Swine" e "All That Rots And Withers" mi accorgo che sono già arrivato per la seconda volta ad ascoltare la traccia nota dei Dismember, la voglia di premere un'altra volta il tasto "repeat", alzare ancor di più il volume e aspettare con piacere l'avvento della terza sessione continuata di "Dead Lover's Guide" è tanta, perché non farlo? Ma sì. E' un lavoro di cui è inutile spiegare i dettagli tecnici, ho fra le mani nove brani di death metal che non scanzona, non fa il verso, non ha una produzione plastificata del cazzo ma possiede l'atteggiamento fottutamente tombale dell'era da cui trae ispirazione, l'alba dei '90. Constatando che siamo inondati da release similari, l'unica qualità su cui davvero si può far affidamento per giudicare album che si assomigliano un po' tutti è il farsi guidare dall'emozioni, se la musica è buona non ci sono stronzate che tengano. Lo senti, sale e ti prende come un treno che ti tira sotto, questo è ciò che mi è successo mettendo on air "Dead Lover's Guide". Consiglio quindi a tutti gli affamati dello stile di non farsi assolutamente scappare questa prova, non ci sono seghe mentali, solo pura passione tramutata in note. |
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