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lunedì 7 marzo 2011NEAR - The Opening Of The Primordial WhirlInformazioni Gruppo: Near Anno: 2010 Etichetta: Atmf Contatti: non disponibili Autore: Mourning Tracklist 1. Ventrar 2. Aquile Nere 3. The Mountain's Blood 4. Old Wolf 5. Vein's Cut On Man 6. Human Illusion 7. Pian Della Cenere 8. The Dead Side Of Human Nature DURATA: 41:03 I Near sono una delle tanta realtà che popola l'underground black italico, non sono un nome nuovo, girano ormai dal 2002 e dopo aver infilato un demo, due split e pure un best of, hanno prodotto l'album di debutto "The Opening Of The Primordial Whirl" sotto l'egida ala protettrice della nostrana Atmf. I musicisti coinvolti in tali progetti a molti saranno noti per le passate e presenti esperienze in band conosciute come i Beatrik, Tenebrae In Perpetuum e Chelmno, si presentano con un black di matrice prettamente nineties e a un primo ascolto l'album sembrerebbe soffrire di una sorta di omogeneità compositiva che potrebbe annoiare, non è proprio così. Al cospetto di un sound spesso primordiale e nero nell'avventurarsi in terreni evocanti il periodo darkthroniano di "Transilvanian Hunger", i Near vanno studiati nei minimi dettagli, sono infatti le atmosfere e il mood interno al disco a fare la differenza, lo strato propriamente scuro delle tracce viene appesantito da una coltre di malinconia struggente disperata che si posa sulle note rendendole melodicamente dolciastre e al medesimo tempo tristemente grevi. L'aspetto buio e nebbioso che cela il contorno avvolgendolo è dominante, la sensazione di vuoto senza fine provocata in "Human Illusion" e il corso naturale intriso di cupe emozioni di una "The Dead Side Of Human Nature" vengono affiancati dall'eleganza e l'elementare visione del genere dell'accoppiata composta da "Aquile Nere" e "The Mountain's Blood" a cui si aggiunge la ferale e famelica "Old Wolf". Per quanto si possa definire nulla di nuovo, il platter fila davvero bene, il songwriting è fluido, privo d'intoppi o cadute di stile con istinti catchy o esageratamente raw spiattellati per attrarre forzatamente questa o quella frangia d'ascoltatori e mette in evidenza l'operato di Vidharr dietro le pelli che supporta con i suoi pattern in evoluzione il lavoro delle chitarre e la prestazione di Polninus alla voce che con il suo raschiare si sbatte sui pezzi annerendoli al pari di un lupo che con il proprio richiamo attende la luna piena per attaccare, menzione particolare poi va fatta all'uso dei synth, efficaci, mai invasivi e inquadrati nel ruolo d'accompagnamento nel modo più adatto, sono incisivi. Il punto debole di "The Opening Of The Primordial Whirl" è la produzione, ben fatta, si percepisce più che discretamente il suono della strumentazione in toto e anche il basso di Ferghus ha abbastanza spazio per farsi notare ma, e c'è il ma, è fredda, in certi momenti addirittura distaccata stridendo mortalmente con l'alto tasso atmosferico di cui la formazione si fa carico più che positivamente. E' un bel progetto, chi segue la scena italiana dovrebbe quanto meno inserire questo disco più volte prima di esporsi in un semplice parere su esso, sul lungo corso guadagna e si fa apprezzare non poco. Consiglio pertanto di godervi il parto musicale dei Near, hanno imboccato il sentiero che conduce a risultati prestigiosi, vedremo il futuro cosa riserverà loro. |
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