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lunedì 4 luglio 2011PENTAGRAM - Last RitesInformazioni Gruppo: Pentagram Anno: 2011 Etichetta: Metal Blade Records Contatti: www.myspace.com/thepentagramarchives Autore: Dope Fiend Tracklist 1. Treat Me Right 2. Call The Man 3. Into The Ground 4. 8 5. Everything's Turning To Night 6. Windmills And Chimes 7. American Dream 8. Walk In The Blue Light 9. Horseman 10. Death In 1st Person 11. Nothing Left DURATA: 45:16 Esistono band che in un modo o nell'altro hanno fatto la storia del genere che suonano e quando, dopo decenni, sono ancora attive di solito gli scenari possibili non sono molti: alcune si evolvono in maniera naturale continuando a donare ottimi dischi, alcune involvono al di sotto della mediocrità sfornando porcate (vero Morbid Angel?) e altre ancora rimangono fedeli ai propri standard diventando così delle garanzie. I Pentagram rientrano senza dubbio in quest'ultima categoria e, dopo sette anni di silenzio dovuti a concatenazioni di problemi di vario tipo, tornano in gran forma con il nuovo parto, "Last Rites". Pur essendo un disco piuttosto poliedrico, l'ultimo arrivato in casa Pentagram si mantiene sempre ancorato alla natura insita nel gruppo stesso, il quale, con pietre miliari del calibro di "Relentless" e "Day Of Reckoning", fu uno dei primi a piantare quel seme oscuro dal quale si sviluppò il Doom. In quarant'anni di acqua sotto i ponti ne è passata, ma il tempo sembra non aver deturpato le qualità artistiche del combo, nonostante la scelta di una produzione più corposa ma non certo patinata. "Last Rites" si apre con "Treat Me Right", un pezzo arrembante dalle caratteristiche quasi Stoner in cui svetta sovrana la voce del grande Bobby Liebling, voce impostata in questo caso in maniera da ricordare in una certa misura un Lemmy convertito al lato oscuro del Rock. Come già detto il disco non è statico e presenta infatti episodi più "insoliti" come la maestosa e monumentale "Call The Man", una "Everything's Turning To Night" dedita ad una visione di stampo psichedelico o "Windmills And Chimes", una spiazzante quanto evocativa ballad dai toni quasi onirici posta sapientemente al centro di una tracklist assolutamente priva di filler o cali. Ovviamente però, il vero fulcro di un tale album è la classicità, sono quindi tracce come "Into The Ground", "Walk In Blue Light", "Death In 1st Person" e la stupenda "Nothing Left" quelle che fanno da congiunzione tra il passato e il presente, composizioni oscure e vibranti incentrate sulla fedeltà assoluta alla memoria settantiana del genere. Bobby Liebling sfodera una prestazione vocale davvero perfetta, varia e in grado di assecondare a meraviglia gli umori che vengono proiettati dal riffing eccelso di Victor Griffin e da una sezione ritmica corposa ed efficace. I Pentagram con "Last Rites" hanno dimostrato che dopo tanti anni è ancora possibile far uscire prodotti solidi, ispirati e che trasudano passione. La fucina infernale che contribuì a fare da caposaldo a un intero (e quantomai florido) genere come il Doom non è esaurita. Questo lavoro è l'ultimo, per ora, tassello della discografia di un gruppo che ha dato tanto e che fortunatamente sembra non volersi arrestare. Vedremo cosa ci riserveranno i Pentagram per il futuro, ma il presente si chiama "Last Rites" e, almeno per chiunque ami il Doom, l'acquisto è un obbligo. |
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