Informazioni
Gruppo: Fall Of The Idols
Titolo: Solemn Verses
Anno: 2012
Provenienza: Finlandia
Etichetta: I Hate Records
Contatti: facebook.com/pages/Fall-of-the-Idols/108014039280383
Autore: Mourning
Tracklist
1. The One That Awaits
2. Descant Deific Psalms
3. Genius Loqi
4. Hymn
5. Cycle Of The Fallen
6. The New Crusade
DURATA: 55:43
I finnici Fall Of The Idols, a distanza di quattro anni dall'ultima uscita full intitolata "The Séance", danno alle stampe il terzo capitolo della loro discografia, l'atto che attesta a tutti gli effetti che il gruppo è di quelli da inserire all'interno del circolo dei "grandi".
Per quanto infatti non siano conosciutissimi rispetto a molti loro colleghi, i nomi li lascio fare a voi tanto conoscendo la scena avrete inteso quali tirare in ballo, si tratta di un sestetto affidabile, che è maturato e si è affinato negli anni, tanto da garantire il riconoscimento del proprio marchio durante l'ascolto.
I ragazzi di Tornio possiedono uno stile che si è definito, oltrepassando con continuità un limite dietro l'altro e lasciando alle spalle anche momenti decisamente tristi. Difatti purtroppo durante la lavorazione del disco è venuto a mancare a soli ventotto anni il batterista Hannu Weckmann, musicista che ha contribuito alla riuscita dei pezzi anche in veste di chitarrista acustico nella terza traccia e di solista nei primi due episodi della tracklist. È stato quindi anche una sorta di "obbligo morale" nei confronti dell'amico perduto e dell'arte che amano a guidare la band verso la realizzazione di quello che a oggi è il loro miglior lavoro: "Solemn Verses".
L'esperienza vissuta in compagnia di questo album è particolare, per quanto sia possibile riscontrare le influenze classiche di gente come i Cathedral, apprezzare derive al limite col funereo melodico degli Shape Of Despair (non scivolando mai totalmente in tale genere), per quanto a ogni passaggio sembra vi sia un nome nuovo che si offre come riferimento certo e vario al quale appigliarsi — Type O Negative, Paradise Lost, Celtic Frost e Down tanto per fare un paio di esempi — il sound dei Fall Of The Idols è personale e al tempo stesso gode di un'esposizione strana.
Dal punto di vista dell'aspetto musicale, parlo dell'andazzo settantiano di "The One Awaits", delle scaglie di psichedelia che infieriscono piacevolmente in "Genius Loqi" e "Hymn", dell'ossessività ciclica che contamina l'essenza di "Descant Deific Psalms", dell'atmosfera lugubre e dolorosa della quale si fa carico "Cycle Of The Fallen" e dell'aura rabbiosa che pervade alcune sezioni della conclusiva "The New Crusade".
Per quanto riguarda la gamma di sentimenti che è capace di evocare, non si tratta soltanto di tristezza, malinconia e senso di abbandono e decadenza ma anche transizioni di emotive che passano dal cullare all'arrabbiatura. "Solemn Verses" più che accartocciarsi su se stesso o espandersi infinitamente, opzioni entrambe valide, gradite e note a chiunque segua il panorama doom, viaggia su dimensioni vicine, talmente vicine da sfiorarsi e divenire talvolta comunicanti, scansando però il pericolo dell'intromissione dell'una nell'altra, una sorta di portale doppio con la parte dell'io profonda e inesplorata.
Sono da sottolineare le melodie impresse e la superba prestazione del cantante Jyrki Hakomäki, a parer mio uno fra i migliori della scena, le sue esecuzioni in pulito sono letteralmente affascinanti, quella racchiusa in "Hymn" è a dir poco superlativa, e le poche volte che utilizza linee più aggressive ringhiando non è mai fuori posto.
Non è raro che io rimanga incantato da dischi del genere, non è altrettanto raro che il panorama doom regali delle perle, continuerò a ripeterlo all'infinito che odiernamente è al di sopra di tutto il restante mondo metal per qualità della proposta, stavolta però voglio sbilanciarmi e usare la parola che inizia per "C". "Solemn Verses" è un piccolo e prezioso capolavoro e non per ciò che inventa, perché in fin dei conti non inventa nulla, quanto per il modo in cui i Fall Of The Idols utilizzano le doti in loro possesso: possiedono un songwriting spettacolare, hanno un uomo dietro al microfono che molti invidierebbero e durante l'ascolto si entra in contatto con ogni singola sensazione che i musicisti finnici hanno riversato nei capitoli di questo album spettacolare.
In presenza del fiume Lete deciderete ordunque di bere le sue acque dimenticando il passato o ne farete a meno lasciando che vi sia di supporto per la vita futura? Traete le vostre conclusioni dopo aver approfondito i testi di "Solemn Verses", per farlo ovviamente vi consiglio caldamente di entrare in possesso della copia originale, quale altra maniera si potrebbe ritenere corretta se non questa? Da avere!