Informazioni
Gruppo: KingBathmat
Titolo: Truth Button
Anno: 2013
Provenienza: Inghilterra
Etichetta: Stereohead Records
Contatti: facebook.com/kingbathmat
Autore: Mourning
Tracklist
1. Behind The Wall
2. Abintra
3. Book Of Faces
4. The End Of Evolution
5. Dives And Pauper
6. Coming To Terms With Mortality In The Face Of Insurmountable Odds
DURATA: 50:36
I KingBathmath a quanto pare sono in giro da un po' di tempo, la formazione britannica infatti ha sin qui prodotto ben cinque lavori: "Son Of A Nun" (2003), "Crowning Glory" (2004), "Fantastic Freak Show Carnival" (2005), "Blue Sea, Black Heart" (2008), "Gravity Field" (2009) e il sesto è questo "Truth Button" del quale sto per scrivere.
La formazione ad oggi è costituita dal membro fondatore John Bassett (basso, voce e composizione dei pezzi), Lee Sulsh (chitarra), David Georgiou (tastiere) e Bernie Smirnoff (batteria). Per abbracciare la loro proposta è fondamentale conoscere un concetto:
KingBathmat are not beholding to a multi-national corporation, a debt, or a self proposed obligation. They do what they want.
Il pensiero è semplice, saprà anche un po' di cliché ma è coerente con ciò che troverete all'interno del disco, infatti la natura dei sei pezzi di questo concept album è alquanto diversificata e valica con costanza il muro delle influenze dal quale traggono ispirazione, muro che si rivela essere adornato dalle raffigurazioni di artisti famosi come Pink Floyd, Black Sabbath, Genesis, Beach Boys, Marillion, Yes, Spock's Beard, Foo Fighters e chissà quanti altri ve ne potranno venire in mente.
Tutti quanti vengono omaggiati eppure non copiati, il sound e l'esposizione conferiti ai singoli episodi evidenziano una capacità di strutturare e alternare fasi atmosferiche limpide, cicli psichedelici e l'animosità del rock più sanguigno senza che vi sia quel retrogusto amaro da dejà-vu forzato che spesso e volentieri ci tocca, quasi costretti molte volte, a dover assaporare durante un ascolto così sfaccettato.
"Truth Button" affronta un tema ormai non più appannaggio della sola fantasia: la tecnofobia e la relativa disconnessione sociale.
È una realtà di fatto che la vita dietro uno schermo sia più "facile" da affrontare rispetto alla quotidianità e questo "pulsante della verità" userebbe l'evoluzione tecnologica per far sì che la stessa verità, ciò che in fin dei conti dovrebbe essere presa come una rivelazione ideale a rendere la comunicazione più agevole, si tramuti in un mezzo conduttore di confusione e sbandamento, entrambi ottimi agenti al servizio di un ulteriore e più profondo asservimento emotivo, una liberazione che induce alla costrizione, è un bel paradosso.
Un altro paradosso, se così lo possiamo considerare, è l'analisi di un argomento simile sfruttando però una musicalità distante anni luce da qualsiasi forma di strumentalizzazione robotica e industriale, quello che pulsa nelle vene dei KingBathmath è un amore viscerale per il rock, che si espande tanto da coprire una gamma di suoni e sensazioni che vi permetteranno di compiere un viaggio in più circostanze rivolto al passato.
Sembra quasi che vi sia una strana interpretazione dickensiana, tanto per rimanere in terra d'Albione, nel mettere al corrente l'ascoltatore di tale possibile scenario.
Un po' come avviene per la coscienza del personaggio Ebenezer Scrooge, costretto ad affrontare gli spiriti del Natale passato, presente e futuro in "A Christmas Carol", canzoni come "Behind The Wall", "The End Of Evolution" e "Coming To Terms With Mortality In The Face Of Insurmountable Odds" fanno riflettere su quanto e come ci si possa opporre a una simile deumanizzazione, partendo proprio dai passi precedenti a ciò che avverrà.
Incubo o sogno? Cos'è allora questo "Truth Button"? In parte entrambi, starà a voi comprendere quale delle due visioni si addica al vostro stato d'animo o alle previsioni per un futuro sempre più incerto e dissestato dallo smodato contatto fra uomo e macchina.
Quello che i KingBathmath fanno non è altro che darvi l'accesso a tale "twilight zone" tramite la loro musica, siete pronti ad accettarne l'invito?
Gruppo: KingBathmat
Titolo: Truth Button
Anno: 2013
Provenienza: Inghilterra
Etichetta: Stereohead Records
Contatti: facebook.com/kingbathmat
Autore: Mourning
Tracklist
1. Behind The Wall
2. Abintra
3. Book Of Faces
4. The End Of Evolution
5. Dives And Pauper
6. Coming To Terms With Mortality In The Face Of Insurmountable Odds
DURATA: 50:36
I KingBathmath a quanto pare sono in giro da un po' di tempo, la formazione britannica infatti ha sin qui prodotto ben cinque lavori: "Son Of A Nun" (2003), "Crowning Glory" (2004), "Fantastic Freak Show Carnival" (2005), "Blue Sea, Black Heart" (2008), "Gravity Field" (2009) e il sesto è questo "Truth Button" del quale sto per scrivere.
La formazione ad oggi è costituita dal membro fondatore John Bassett (basso, voce e composizione dei pezzi), Lee Sulsh (chitarra), David Georgiou (tastiere) e Bernie Smirnoff (batteria). Per abbracciare la loro proposta è fondamentale conoscere un concetto:
KingBathmat are not beholding to a multi-national corporation, a debt, or a self proposed obligation. They do what they want.
Il pensiero è semplice, saprà anche un po' di cliché ma è coerente con ciò che troverete all'interno del disco, infatti la natura dei sei pezzi di questo concept album è alquanto diversificata e valica con costanza il muro delle influenze dal quale traggono ispirazione, muro che si rivela essere adornato dalle raffigurazioni di artisti famosi come Pink Floyd, Black Sabbath, Genesis, Beach Boys, Marillion, Yes, Spock's Beard, Foo Fighters e chissà quanti altri ve ne potranno venire in mente.
Tutti quanti vengono omaggiati eppure non copiati, il sound e l'esposizione conferiti ai singoli episodi evidenziano una capacità di strutturare e alternare fasi atmosferiche limpide, cicli psichedelici e l'animosità del rock più sanguigno senza che vi sia quel retrogusto amaro da dejà-vu forzato che spesso e volentieri ci tocca, quasi costretti molte volte, a dover assaporare durante un ascolto così sfaccettato.
"Truth Button" affronta un tema ormai non più appannaggio della sola fantasia: la tecnofobia e la relativa disconnessione sociale.
È una realtà di fatto che la vita dietro uno schermo sia più "facile" da affrontare rispetto alla quotidianità e questo "pulsante della verità" userebbe l'evoluzione tecnologica per far sì che la stessa verità, ciò che in fin dei conti dovrebbe essere presa come una rivelazione ideale a rendere la comunicazione più agevole, si tramuti in un mezzo conduttore di confusione e sbandamento, entrambi ottimi agenti al servizio di un ulteriore e più profondo asservimento emotivo, una liberazione che induce alla costrizione, è un bel paradosso.
Un altro paradosso, se così lo possiamo considerare, è l'analisi di un argomento simile sfruttando però una musicalità distante anni luce da qualsiasi forma di strumentalizzazione robotica e industriale, quello che pulsa nelle vene dei KingBathmath è un amore viscerale per il rock, che si espande tanto da coprire una gamma di suoni e sensazioni che vi permetteranno di compiere un viaggio in più circostanze rivolto al passato.
Sembra quasi che vi sia una strana interpretazione dickensiana, tanto per rimanere in terra d'Albione, nel mettere al corrente l'ascoltatore di tale possibile scenario.
Un po' come avviene per la coscienza del personaggio Ebenezer Scrooge, costretto ad affrontare gli spiriti del Natale passato, presente e futuro in "A Christmas Carol", canzoni come "Behind The Wall", "The End Of Evolution" e "Coming To Terms With Mortality In The Face Of Insurmountable Odds" fanno riflettere su quanto e come ci si possa opporre a una simile deumanizzazione, partendo proprio dai passi precedenti a ciò che avverrà.
Incubo o sogno? Cos'è allora questo "Truth Button"? In parte entrambi, starà a voi comprendere quale delle due visioni si addica al vostro stato d'animo o alle previsioni per un futuro sempre più incerto e dissestato dallo smodato contatto fra uomo e macchina.
Quello che i KingBathmath fanno non è altro che darvi l'accesso a tale "twilight zone" tramite la loro musica, siete pronti ad accettarne l'invito?