lunedì 14 gennaio 2013

ROTORVATOR - The Blues



Informazioni
Gruppo: Rotorvator
Titolo: The Blues
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Sangue Disken
Contatti: rotorvatorblack.blogspot.it
Autore: 7.5-M

Tracklist
1. Bog
2. Who Is Earl?
3. Black Canyon
4. Gloria

DURATA: 24:01

Seguo il solco dei Rotorvator da tempo, in tutte le sue forme: musicali, performative, etc. Questo ennesimo EP ci presenta, come descritto dalla band, una versione collaterale rispetto alla tradizione, decretata dall'urgenza espressiva repressa, dagli anni di lavoro, sul primo e vero ed unico full-length del gruppo, in arrivo in questo 2013.
Collaterale molto spesso significa insignificante. Non è questo il caso. I bellunesi nel loro ultimo lavoro sperimentano forme differenti da quelle che hanno utilizzato finora. Perciò c'è un uso smodato di field recordings (da studio ed oltre di esso) che vanno a frantumarsi ed a collassare in un unico ritmo nel "bog"; perciò la cantante dei Comaneci interviene all'interno del percorso dei nostri con la sua presenza di testo e voce (tra l'altro vi consiglio d'ascoltare un po' del suo lavoro nella band d'origine "Comaneci", appunto.
Propone un buon pop alternativo e minimale, da sentire con piacere ogni tanto, in una bella giornata di sole); perciò i nostri riecheggiano in sinusoidi rallentate ed accelerate ma mai abusate e glorificano in samples un altissimo che si trasforma, sulle labbra alzate al cielo, in vapore di bestemmia.
I Rotorvator però rimangono sempre i Rotorvator, con la loro riconoscibile grafia fatta di drum machine, synthesizer e scream. Tutta l'alterità di questo lavoro si inserisce in un sostrato che ormai è consolidato e riconoscibilissimo: riff black, feedback rimasticati elettronicamente, violenza miniata di sporcizia post.
Un breve lavoro collaterale ha però anche le sue contraddizioni, perché lascia in sospeso elementi troppo caratterizzanti, che attendono un'analisi più precisa, impossibile senza un ulteriore sviluppo di questi stessi elementi.
Il bozzettismo di "The Blues" trattiene in sé i misteri d'un lavoro che non potremo mai sviscerare, perché i dettagli rivoluzionari, per lo stile dei Rotorvator, non trovano sfogo altrove. "The Blues" rimane un'anomalia, un evento poco incidente sul percorso, un inciampo.
Chissà se le scoperte fatte durante questa caduta si condenseranno di nuovo in futuro. Io lo spero, gli incidenti di percorso sono la cosa più interessante per il sottoscritto filologo, come gli errori dei copisti medioevali.

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