domenica 13 gennaio 2013

TENOCHTITLAN - Creation Of Earth


Informazioni
Gruppo: Tenochtitlan
Titolo: Creation Of The Earth
Anno: 2012
Provenienza: Russia
Etichetta: BadMoodMan Music
Contatti: myspace.com/tenochtitlanofficial
Autore: Mourning

Tracklist
1. Tlaltecuhtli
2. Beginning
3. Falcon And The Serpent
4. Nual
5. The Funeral Of Montezuma
6. Flower Ish-Chel

DURATA: 45:36

I Tenochtitlan sono un gruppo russo composto da musicisti che vivono a distanza ma sempre all'interno della stessa nazione, finora hanno pubblicato quattro dischi, l'ultimo dei quali è "Creation Of Earth" e trattano tematiche relative alle popolazioni del Centro-Sud America. Non a caso il loro nome è stato preso dall'antica capitale del regno azteco.
Descrivono il loro modo di approcciarsi al doom come atmosferico e tribale, in effetti il sound da riprova di tale affermazione, il loro album è infatti orientato a ricreare un'ambientazione ancestrale, dispersa nelle ere ormai trascorse, e l'uso di vari strumenti folkloristici ("sintetizzati" e non) in parte vi riesce.
La magagna vera e propria sta nella meccanizzazione industriale della batteria programmata che alle volte è tutt'altro che piacevole da sentire, difatti uccide quanto il riffing melodico, arioso, ma allo stesso tempo carico di sensazioni che conducono a ricordi solenni obliati, è capace d'infondere alle tracce. Il medesimo discorso si può attuare per le sezioni dalla ritmica tribale, purtroppo i suoni utilizzati sono quello che sono e ne pagano le conseguenze.
Non posso certo asserire che questi musicisti abbiano dato vita a un capolavoro, eppure "Creation Of Earth" gode di un più che discreto operato delle tastiere, possiede una prestazione vocale tutto sommato apprezzabile nel suo alternare growl/scream e canto in clean, anche nelle fasi corali, del riffing ho già scritto in maniera positiva e allora?
Tirando le somme, i sei pezzi contenuti nel platter si riducono a un piacevole passatempo, il ritual/misticismo confezionato dai Tenochtitlan viene gambizzato, per non dire esorcizzato, da quella carenza ahimè limitante e un viaggio a ritroso di quasi sette secoli diviene paragonabile a una più comoda visita all'interno di un museo: bella per carità ma deludente rispetto alle premesse.
Piccola nota sui testi: la loro lettura è stata una scommessa dato che i russi cantano in lingua madre e non esiste una versione inglese, mi sono così affidato (ma non fidato!) a Google Translator e ciò è stato sufficiente per trovare un paio di riferimenti a Tlaltecuhtli, il mostro marino che secondo le leggende dovrebbe popolare l'oceano dopo il quarto grande diluvio, e altri sulla storia del Montezuma che fece grande l'Impero Atzeco ma sul funerale di quest'ultimo proprio nulla, a quanto pare i sacerdoti spagnoli erano più che altro intenti a cercare l'oro che a pensare all'anima di quest'uomo.
Interessanti, dalle buone potenzialità ma ancora in fase di accentramento, chi volesse provare a cimentarsi nell'ascolto dei Tenochtitlan qualcosa di piacevole lo riscontrerebbe, speriamo che in un futuro prossimo siano più accorti e considerino con maggiore attenzione il peso delle scelte intraprese, per ora oltre il diversivo non si va.

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