Informazioni
Gruppo: Grief Of Emerald
Titolo: It All Turns To Ashes
Anno: 2012
Provenienza: Svezia
Etichetta: Non Serviam Records
Contatti: Myspace - Sito - Facebook
Autore: Akh.
Tracklist
1. And Yes It Moves
2. God Of Carnage
3. Where Tears Are Born
4. It All Turns To Ashes
5. Cage Of Pain
6. When Silence Became Eternal
7. Warstorms
8. Stormlegion (Warstorms Part II)
9. The Third Eclipse
DURATA: 40:31
Continuando il nostro peregrinare in giro per l'Europa, ci fermiamo a fare una sosta in Svezia e incontriamo una vecchia amicizia: i Grief Of Emerald, band che ho seguito agli esordi con "...The Beginning" e il successivo "Nightspawn", dopodiché ne ho perse le tracce.
Li ritrovo quindi al loro quinto album, accasati presso la Non Serviam Records, che concede loro la possibilità di sviscerare tutto il potenziale distruttivo realizzato da un amalgama di Black Metal e influenze Death con l'aggiunta di tastiere che donano un certo alone sinfonico, a tratti morboso, alla devastazione messa in atto dal gruppo di Andreas Hedström (unico superstite della formazione originale). C'è da notare inoltre come l'intero artwork sia abbinato a fiamme e tonalità nero rossastre all'interno di una cattedrale, il che rafforza ulteriormente il concetto di attacco totale alla cristianità ed ai suoi principi.
Il riffing utilizzato per realizzare tale "blitzkrieg" è un insieme ben organizzato di Svezia e Norvegia, l'apporto melodico è però ridotto ai minimi termini e spesso concesso alle sole tastiere o ai solo chitarristici, mentre i ritmi sanno variare da pure sfuriate demoniche ad accenni o stacchi marziali come nella chiusura di "And Yes It Moves", in cui Havas trova una scala che mi ricorda molto da vicino "KZ" degli O.S. Non mancano poi aperture più Black/Death, dove l'ombra dell'Imperatore epoca "IX Equilibrium" affiora con tutto il suo tasso tecnico, "Where Tears Are Born" invece con il suo mid tempo incede fragorosa e altisonante. La stessa matrice Death è sfruttata per tirare l'ennesima bordata in "It All Turns To Ashes", nella quale i cambi di tempo la fanno da padrone e ci mostrano un gruppo che sa come maneggiare in maniera mefitica il proprio arsenale.
Oramai il quadro della situazione mi pare chiaro e comprende la veemenza ritmica della madre patria, la violenta fantasia espressiva dei Limbonic Art, la malignità dei vecchi Dissection (soprattutto negli innesti di pianoforte), la vena "power" dei migliori Dimmu Borgir, la carismatica verve degli Emperor, il taglio ferale dei Naglfar e la brutalità del Death Metal, ma è presente anche una vena personale tipicamente Grief Of Emerald ad accompagnare il tutto e il sigillo di Astaroth è compiuto.
Il massacro ovviamente non accenna a fermarsi, e dopo un più calibrata "Cage Of Pain" i messaggeri infernali (la mercuriale croce rovesciata ne è una conferma) ci asfaltano con una triade che non concede tregua: "When Silence Became Eternal", "Warstorms" e "Stormlegion (Warstorms Part II)" esplodono in deflagrazioni continue, in cui frangenti Morbid Angel si riaffacciano fra le liturgie ricreate dai tasti d'avorio, in un crescendo epico di furia e violenza su cui Lehto può lanciarsi in strali di viscerale odio e sacrale feralità, lasciando macerie fumiganti tutte attorno, innalzando il proprio bordone satanico. La chiusura viene infine lasciata a una lanciata "The Third Eclipse" (che mi ricorda la spinta di certi Sinstorm) dotata di un ritmo altissimo e un drumming al fulmicotone che cancellano i residui ostacoli sulla strada: l'avvento degli svedesi è giunto!
Dopo questo "It All Turns To Ashes", la voglia di tornare a seguire lo schieramento dei Grief Of Emerald è tornata prepotentemente, perché se amate i gruppi sopracitati non potrete non valutarli fra gli alfieri di spicco di questo genere "sinfonico". Forse potrebbero inglobare ulteriormente le influenze, arricchendo ancora lo spessore della personalità, in quel momento niente e nessuno potrà più fermare il loro dominio.
L'ultimo fronte di battaglia non ha retto... la disfatta delle coorti angeliche è compiuta, materializzata e consumata.
L'unico vessillo rimasto nei cieli, è cenere.