Informazioni
Gruppo: Kerion
Titolo: CloudRiders Part 1: Road To Skycity
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Metalodic Records
Contatti: facebook.com/pages/KERION/37368587545
Autore: Mourning
Tracklist
1. Rider's Theme
2. The Map
3. Everlasting Flight
4. Bounty Hunter
5. The Sky Is My Ocean
6. Fireblast
7. Tribal Vibes
8. Never More
9. Celticia's Song
10. Ghost Society
11. The Fall Of Skycity Pt. 1
12. The Fall Of Skycity Pt. 2
13. Rider's Theme
DURATA: 01:03:17
I Kerion sono una formazione symphonic-power particolarmente apprezzata sia nella loro nazione, la Francia, che in Germania e Giappone, territori alquanto sensibili a questo tipo di proposte. Qui in Italia invece per quel che ricordo i due dischi precedenti all'uscita di questo "CloudRiders Part 1: Road To Skycity" non ebbero un supporto memorabile, tenendo pur sempre conto che si tratta di un genere di nicchia e non è un caso che i Rhapsody facciano sfracelli al di fuori della Penisola ma ricevano sovente e volentieri sonore mazzate dagli ascoltatori nostrani, sottoscritto compreso.
Non è stato un ascolto facile, l'album in questione si basa su di un concept cinematografico ed è curato nel minimo dettaglio per ciò che concerne l'aspetto grafico realizzato da Genzo (World Of Warcraft), oltre che arricchito da una serie di ospiti alla voce (Raphael Dantas dei Caravellus, Phil Giordana di Fairyland e Magic Kingdom, e Adrien Eyraud dei Silent Fall) e da un coro composto da quaranta elementi. In pratica si basa sulle lezioni impartite nel corso degli anni da svariate formazioni: la pomposità dei già citati Rhapsody, il mestiere di gente come i Dragonland, la sinfonia dei Nightwish, le movenze degli Epica e le atmosfere ancestrali dei Blind Guardian, con richiami ad Angra e Tierra Santa a dare manforte.
Il bastione musicale è ben corazzato strumentalmente e nella voce di Flora Spinelli trova il modo di dar luce allo sfoggio stilistico di composizioni nelle quali si nota la voglia di fare e di non fossilizzarsi cadendo nelle solite stantie riproposizioni del genere. La cantante al contrario di molte sue colleghe non è mai forzata, anzi sempre lontana dall'incarnare chissà quale tentativo lirico d'interpretazione, nonché sobria e carezzevole in più occasioni.
"CloudRiders Part.1: Road To Skycity" sa però anche avvalersi dei cliché del panorama al quale appartiene, la titletrack è probabilmente il pezzo più rappresentativo del platter e non si nega il piacere di escursioni chitarristiche tanto care al "Turillone nazionale", così come "Fireblast" è innegabilmente devota al trademark di Staropoli e soci dei tempi che furono e "Never More" rappresenta l'andazzo naturale che un brano del filone dovrebbe possedere, includendo forza e melodia a profusione. D'altro canto pezzi quali "Tribal Vibes", dal titolo calzante proprio per il feeling tribale trasmesso dalle percussioni, la delicata "Celticia's Song" con gli archi e il piano tesi a cullare la voce e la più tipica delle ballad qual è "The Sky Is My Ocean" riescono a stemperare in parte la velocità di viaggio sui "tasti" delle sei corde e le coralità accentuate sicuramente adorabili da chi n'è patito, ma decisamente meno digeribili per il resto del mondo.
Il compromesso è accettabile dato che l'equilibrio insito nella tracklist le permette di scorrere priva d'intoppi particolari.
Inutile sarebbe anche il solo pensiero che un disco simile fosse esente dal possedere una produzione pulita e definita, con suoni magistrali: Will Lievin, qualcuno lo ricorderà dietro al mixer per i Sideblast di "Flight Of A Moth", ha svolto un ottimo lavoro nei suoi Harkam Studio.
Meno pirati di quanto mi aspettassi dopo averne visto le foto promozionali ma molto più orientati sulla "norma" fantasy, i Kerion sono maturi e pronti a dar spettacolo. "CloudRiders Part 1: Road To Skycity" è una creatura interessante nel suo appartenere a un mondo a me in parte distante, potrebbe di certo essere l'alternativa, o comunque un buonissimo ascolto, per tutti coloro che in questi anni hanno sofferto per le cocenti delusioni procurate da formazioni quali Nightwish e Sonata Arctica, o da accostare ai vari Rhapsody sulla scena, vogliosi di mettersi in gioco. A voi adesso dar loro modo di convincervi.