Gruppo:Celeste (Fra)
Anno:2009
Etichetta:Denovali Records
Autore:Mourning
Tracklist:
1. Que des yeux vides et seches
2. Comme pour leurrer les regards et cette odeur de cadavre
3. Toucher ce vide beant attise ma fascination
4. La gorge ouverte et decharnee
5. Il y aura des femmes a remercier et de la chair a embrocher
6. Mais quel plaisir de voir cette tete d'enfant rougir et suer
7. Une insomnie avec qui tout le monde voudrait baiser
8. A defaut de te jeter sur ta progeniture
9. ...anesthesie vos membres dans une orgie d'enthousiasme
Durata: 51:02
I francesi Celeste sono una di quelle sperimentazioni musicali estreme e particolari sulle quali si può dire di tutto di più e scegliere decisamente se odiarli o amarli senza però contestarne le indubbie qualità.
Il quartetto in appena tre anni ha prodotto altrettanti dischi senza perdere botta, hanno mantenuto anche in quest'ultimo nato "Misanthrope(s)" quella carica adrenalinica possente dei suoi predecessori "Pessimiste(s)" e "Nihiliste(s)" trovando e donando la maturità che serviva ai brani per divenire unici.
Unici si perchè lo stile della band è talmente variegato da non poterlo ingabbiare in un solo genere, nel calderone della proposta vi sono dentro sludge, post-hardcore, black metal talmente ben amalgamati da non poter dire quale sia la predominante sulle altre dato che senza una delle tre il loro sound verrebbe gambizzato.
E' un ascolto alquanto complicato da digerire e bisognerà mandarlo on air a ripetizione per entrare nel mood impresso alle tracce, si muovono per la maggior parte della durata su classici mid tempo che supportano un lavoro d'asce alquanto particolareggiato e vario che sa pescare sia dalla rabbia metallica più classicamente densa del black metal, all'aggressione più acerba e senza fronzolo dell'hardcore.
La voce è un altro punto forte, a metà fra i due generi sopracitati da cui prende lo scream graffiato e l'urlato stile boato sfruttate per rigettare sull'ascoltare la carica emotiva cupa e dilaniante che la caratterizzano.
Il disco è talmente coinvolgente nel suo esser aspro e ruvido che non mi sento di citare un pezzo piuttosto che un altro, è un percorso da fare per intero seguendo le tracce nel suo ordine.
Chi ama le atmosfere particolari e il suono che sa macerare la carne senza stupide accelerazioni, lo faccia suo ne varrà (ne vale) assolutamente la pena.