Informazioni
Autore: Mourning
Formazione
Frank Tudisco
Un pizzico di California proveniente dalla Sicilia, con noi oggi Frank Tudisco dei Gustnado per scambiare quattro chiacchiere e farci conoscere meglio questa realtà. Premetto ai lettori che da tempo sono amico del suddetto musicista e che qualsiasi iniziativa intrapresa nel dare spazio a questo progetto è dettata dalla validità musicale e dalla passione con cui quest'artista s'impegna da una vita.
Benvenuto nel nostro salotto. Sei in giro da un po' nell'ambiente musicale catanese, come sei arrivato alla conclusione che lo stoner è il genere che ti rappresenta meglio e ciò che vuoi suonare?
Frank: Hi Gabry, innanzitutto ti ringrazio per l’invito e per lo spazio che mi stai concedendo.
Credo che a differenza di tutto ciò che ho suonato in passato, non avverto la sensazione di ritrovarmi ad attraversare solo una tappa o un episodio legato esclusivamente alla percezione del momento. Affronto un concretizzarsi di ciò che sono i miei stimoli istintivi, privilegiando quegli obiettivi quanto più legati al mio bisogno di creare e suonare musica. Sono cresciuto ascoltando quei vinili che hanno fatto grande il rock, che hanno giocato un ruolo fondamentale nella formazione della mia personalità compositiva e nel modo di ascoltare, sentire la musica. Probabilmente l’etichetta "stoner" rappresenta solo un'alternativa per contraddistinguere le bands provenienti dai 70’s; avverto che il feeling sia lo stesso, anche se l'approccio spesso è indubbiamente molto più heavy. Da parte sua il clima nella nostra isola è sostanzialmente cambiato, ci stiamo sempre più avvicinando a quell'imprevedibilità che tanto caratterizza i tropici, penso che non sia un caso che ciò abbia ulteriormente influenzato la mia scelta.
Gustnado è un solo-project più per necessità che per volontà, l'assenza di musicisti motivati e seri dediti a portare avanti una tale tipologia di sound, diciamo, ti ha costretto a ripiegare su questa soluzione. Quali sono i requisiti fondamentali per suonare un genere simile?
Mettere su una band non è una cosa semplice, specialmente se i riferimenti sono distanti dal contesto sociale in cui si trovano. Nonostante ciò ho avuto comunque la possibilità di conoscere diverse personalità musicali interessanti da cui attingere o semplicemente con cui aver avuto il piacere di confrontarmi. Purtroppo la nostra è una piccola città, che spesso non riesce a rappresentare al meglio ciò che esprimono altre realtà musicali più grandi e culturalmente più evolute. Per il resto non credo che questa musica necessiti di requisiti essenziali per essere suonata, a parte la volontà, tanta grinta e libertà d’espressione... merci sempre più rare ai giorni nostri.
"Hallucination Boulevard", il tuo primo lavoro naturalmente autoprodotto, racchiude in sé le varie correnti dello stile, si respira l'aria di Palm Desert, la psichedelia teutonica dei Colour Haze o prettamente californiana dei Nebula, viaggiando su terreni unicamente strumentali cari a bands come Los Natas e Serpent Throne. Come assume forma? Come si svolge il processo compositivo?
Ti ringrazio dei collegamenti fatti alle scene da te menzionate, per me imprescindibili fonti d’'spirazione. Forse non ci crederai, ma tutto il frutto della mia dedizione a Gustando avviene naturalmente. Il più delle volte ho un'immagine ben definita riflessa in mente, quindi mi limito unicamente a tradurre in musica quelle emozioni scaturite dalle visioni più nitide ed evocative. Non impiego molto tempo negli arrangiamenti e nella composizione dei riff in genere, la considero come pura canalizzazione della mia energia... tutto qua.
Il sound è fondamentale, si parla troppo spesso di produzioni ma non di strumentazione, quali sono le carte in tuo possesso? E quali reputi la miglior combinazione (ampli, chitarra/basso/batteria) per dar vita a una prova stoner?
Nel tempo ho indubbiamente sviluppato delle preferenze, ma non credo necessitino strumenti o amplificazioni particolari o dovute per creare stoner o altre forme di rock. Ogni band dovrebbe saper riflettere la propria identità attraverso le scelte e i gusti più intimi. Personalmente nutro l’esigenza di sperimentare ed implementare le mie idee con nuovi strumenti ogniqualvolta ne sento il bisogno.
La nostra isola per alcuni aspetti potrebbe essere una California in miniatura, quali sono le pecche e le mancanze che non le permettono di crescere? Parlo ovviamente di ambito musicale.
Questo è il risultato scaturito dalla totale assenza di infrastrutture; organizzatori di eventi, stazioni radio, palchi, labels e managers. Tutto ciò sempre e solo a discapito delle piccole bands che non riescono ad emergere quando invece dovrebbero far grande l'underground, l'input del movimento di una scena musicale esclusiva. Una mancanza sostanziale di cultura che si riflette anche sull'impegno e sulla costanza delle bands più grandi, che spesso mancano di continuità.
Ciò che ho imparato dalla mia esperienza è che non tutti amano la musica allo stesso modo, c'è una bella differenza tra strimpellare uno strumento e gestire una band in modo professionale... non a caso la maggior parte delle bands si sciolgono dopo la realizzazione di un demo o di un album.
"Dustdevil","Smell Of The Summer" e "Gust Front Tornado", tre facce di una sola realtà. Se dovessi collegare queste canzoni a un film o un quadro, una qualsiasi forma raffigurativa per intenderci, quali opere ti verrebbero in mente?
Beh, non saprei... come ti ho già detto pocanzi, le mie songs nascono dalla mia fantasia, da un quadro o da un film di cui sono il medesimo fautore. Sono un grande appassionato di cinema e la lista dei registi a cui mi piacerebbe affidare la colonna sonora sarebbe davvero interminabile.
La tua passione per la cultura messicana e la musica mariachi quanto ha influito in ambito compositivo? Gli anni Settanta e un certo orientamento psichedelico sono alquanto palesati nei brani, ci sono dischi che ritieni di culto e che anche non volendo entrano a far parte del modo di comporre in quanto basilari per la tua personale formazione di musicista?
La cultura messicana ha sicuramente influito nel mix della mia personalità compositiva e in generale nella vita di ogni giorno, così come altre componenti folcloristiche identificative per un popolo o una tribù, nonché contribuito fondamentale allo sviluppo dello stesso stoner rock, se pensiamo a riferimenti palpabili quali ZZ Top o altre realtà di origine tex-mex.
La musica tradizionale messicana vanta una miriade di complessi mariachi degne di nota e lo stesso nome Gustnado, a pensarci bene, sembra il nome di un piatto tradizionale estratto da un tipico menù messicano. Attingo dai generi musicali e dalle forme d’espressione più disparate, dalla musica popolare americana degli anni '50 al surf rock, passando dal punkwave al crossover, all'industrial.
Lo stoner è il parente più prossimo dei Black Sabbath, un figlio legittimo oserei dire. Per quanto una schiera (sparuta a dire il vero) di metallari lo prenda sottogamba, insieme al classic doom è quello che più si avvicina come sound agli anni Settanta, ovviamente tenendo conto delle dovute differenze per data di nascita e sviluppo. Ascolti e suoni da quando eri un ragazzino, quali sono le differenze che nel corso degli anni han fatto sì che il metal nella tua vita passasse in secondo piano a favore di una riscoperta più intima e profonda delle radici rock?
Anche se non ho mai gradito essere definito "metallaro" credo di non aver mai definitivamente trascurato questo aspetto che più mi ha contraddistinto e caratterizzato sin da giovanissimo alle esperienze più recenti. La mia non è una scelta prettamente musicale, ho sentito il bisogno di avvicinarmi di più alle radici della musica nera, del blues e quindi del rock 'n'roll. Diciamo che più che altro,è una ricerca spirituale, un viaggio metaforico che attraversa l'indole più innocente e selvaggia. Non mi sento di escludere una possibile intensificazione o conversione a un sound più heavy in un recente o prossimo futuro.
Catania una volta era una città dove tutto era possibile, si suonava, c'erano pure la Nosferatu e le band come gli Schizo (in prima botta), gli Incinerator, i Novembre dei fratelli Orlando (che muovevano i primi passi) e i Sinoath che ricevevano riscontri a livello nazionale e non. Gli anni Novanta e gli inizi del post Duemila con band come gli Animestesia, Tomhet, Humanity Eclipse, il progetto Deathwork di Fabrizio, che ne ha passate tante continuando a crederci, i vari Nekros, Anwech, Leaden e compagnia bella (comunque ancora attivi nell'underground): dove sono finiti sia la gente che la voglia? E i locali? Quando si è rotto definitivamente il giocattolo e quanto è colpa nostra (inteso come ascoltatori, compratori, musicisti) e quanto colpa invece di un quadro generale che non è mai stato gestito con un minimo di criterio?
Credo di averti in gran parte già dato una risposta nel corso di questa chiacchierata. Mi sento di aggiungere che probabilmente Catania non ha mai avuto le idee chiare e la giusta mentalità che le permettesse di crescere o di caratterizzare una svolta. Non c'è sodalizio tra i componenti che compongono una band e, così come all’interno di un processo darwiniano, solo le più adatte sopravvivono.
Ampliando il discorso, qual è il tuo pensiero sulla scena musicale italiana in genere? E per quanto riguarda più specificatamente rock e metal?
La musica italiana è praticamente business, è davvero difficile trovare delle eccezioni. Una scena caratterizzata da musicisti preparati che hanno però scelto la notorietà e il denaro a discapito della verità e della qualità. I grandi nomi della musica italiana si assumono tutta la responsabilità di tenere basso e mediocre il livello culturale nazionale. Per fortuna ci sono delle piccole realtà decisamente più heavy o semplicemente più underground che tengono ancora accesso quel barlume di speranza e d'integrità morale.
Per un periodo hai suonato death e black, i rientri sulla scena di gente come Burzum, Autopsy fra i nomi illustri e di una miriade di acts scioltisi una vita fa pensi sia sintomo di un trend divenuto inarrestabile? La scena estrema si è fatta talmente modaiola da non accorgersene?
Quando suonavo metal estremo sentivo una ragione valida per farlo, cosa che non mi succede adesso. Mi auguro che le bands di oggi condividano quantomeno questo mio pensiero. Mi risulta difficile credere che si possa essere costantemente tanto determinati, così tanto da essere costretti a suonare esclusivamente black metal sette giorni a settimana. I nomi che hanno fatto davvero grandi i rispettivi generi hanno sempre contaminato, ristrutturato, e reinterpretato la propria musica e i propri ideali, sempre e solo in virtù della libertà compositiva e della schiettezza... tutto il resto è solo moda e a me non importa. Raramente le reunion di cui parli stuzzicano il mio interesse.
Scott Hill, Joshua Homme, Mario Lalli, i primi tre che mi son venuti in mente, come descriveresti questi personaggi e quali sono le caratteristiche che te li fanno amare?
Ho avuto l'opportunità di scambiare quattro chiacchiere con alcuni degli artisti che hai citato e quindi di averli conosciuti meglio. Ti posso solo dire che sono tutti uomini e artisti che ci hanno creduto fin in fondo e che hanno fatto della propria passione una certezza. La loro musica è divenuta per me il tramite di congiungimento, l'anello mancante che mi ha permesso di voltare pagina alla noia in questo sempre più mediocre e stereotipato contesto musicale odierno.
Quali sono i canali che reputi più immediati e qualitativamente migliori per divulgare musica?
Non sempre l'immediatezza coincide con la qualità, ma credo che questo sia un bene. Aver la possibilità di ascoltare un album in qualunque parte del mondo ci si trovi, o prima ancora che sia pronto per la commercializzazione, ha un grande valore immediato; tuttavia rappresenta inoltre la possibilità di capire se un album sia di proprio gradimento, prima di disperdere la grana. Sono infatti dell'idea che se l'album piace non si dovrebbe rinunciare alla qualità, che con rarissime eccezioni risponde all'acquisto in negozio.
Le labels e molti artisti stanno promuovendo sempre più i formati digitali, qual è il tuo pensiero in proposito? Non è svalutante ridurre tutto a una serie di 10101010?
Questo è il frutto del music business, gli artisti famosi guadagnano con le tourneè e non con la vendita dei dischi; a discapito delle piccole labels e bands che non riescono a conseguire i propri budgets. Fortunatamente per noi amanti della musica di qualità esiste una frangia non indifferente di pubblico che acquista ancora il cd o ancora meglio il vinile.
Gustnado è per ora un progetto studio, sei alla ricerca di elementi per renderlo qualcosa che vada oltre? C'è la speranza di evolverlo in una band vera e propria che possa affrontare la dimensione live?
Questo è ciò che spero di fare, credo che il valore e la qualità della musica e degli artisti che la divulgano si percepiscano on stage. Inoltre sarebbe un vero peccato continuare a rinunciare a tutte le gigs ogniqualvolta mi siano offerte. Sto lavorando già alla possibilità d'inserire una voce sul prossimo ep, ma è solo un esperimento ancora da definire.
Cosa c'è nel futuro di Frank Tudisco?
Oltre a Gustnado per cui, come ti dicevo, sto lavorando ad un nuovo ep, ho appena terminato le registrazioni dell'album d'esordio di una surf rock band, unica in Sicilia, chiamata Jaguar & The Savanas. Inoltre valuto seriamente l'idea di cambiare città. Spero che nel mio futuro si presentino nuove prospettive e opportunità che mi consentano di migliorare sempre più la qualità della mia musica e del mio stile di vita.
Siamo arrivati alle battute conclusive, grazie per il tempo dedicatoci e ti rilascio la parola per chiudere come meglio credi.
Gli artisti racchiudono in loro un grande dono, quella possibilità di comunicare agli altri la propria verità; è sacro e non va sprecato. Ognuno di noi ogni giorno può scegliere di essere migliore di ciò che è, basta volerlo. Grazie dello spazio concesso, I sold my cock for hard rock!