lunedì 25 aprile 2011

ANGEL OF DAMNATION - Carnal Philosophy


Informazioni
Gruppo: Angel Of Damnation
Anno: 2011
Etichetta: Kneel Before The Master's Throne Records
Contatti: www.myspace.com/angelofdamnationdoom
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Doomed Forevermore
2. I'll Drink From The Chalice Of Blood
3. Bow Before The Goat
4. Into The Coven Of The Damned
5. Enthrone The Flesh
6. Cleansed In The Fires Of Satan

DURATA: 37:01

Chiunque segua il Doom (anche solo in maniera distratta e poco approfondita) si sarà certamente reso conto dell'enorme quantità di prodotti usciti negli ultimi tempi. E onestamente bisogna dire che raramente la qualità è stata scarsa.
Gli Angel Of Damnation sono un trio tedesco che arriva quest'anno al traguardo del primo full, dopo un demo e uno split con i Don Juan Matus.
"Carnal Philosophy" è un album che si potrebbe definire con una sola parola: classico.
In brani come "Doomed Forevermore" (che sembra uscita da "Epicus Doomicus Metallicus" con venticinque anni di ritardo) e "Into The Coven Of The Damned" sono le influenze e i sentori epici di Candlemass e Solitude Aeturnus quelli che saltano palesemente all'orecchio, mentre in "Bow Before The Goat" spunta una vena maggiormente orientata vero l'Heavy che mi ha ricordato in parte i Mercyful Fate, soprattutto per quanto riguarda quell'alone demoniaco che permeava le composizioni dei danesi.
Il vero fulcro dell'album è però il credo oscuro che piantò i semi per il Doom, quel monumento empio che veniva portato in trionfo da maestri come Black Sabbath, Pentagram e Saint Vitus. Pezzi quali "I'll Drink From The Chalice Of Blood", "Enthrone The Flesh" e "Cleansed In The Fires Of Satan" (nella quale è tra l'altro presente una parte solista tanto classica quanto goduriosa), infatti, gli Angel Of Damnation omaggiano pesantemente i pezzi di storia che ho appena citato, ammantandosi di quell'aura funesta tanto cara a chi ama questo stile.
Le prove strumentali sono ben assemblate, il riffing è corposo, i pattern di batteria sostengono bene le composizioni e la voce di Gerrit Mutz (già cantante nei Dawn Of Winter) fa il suo mestiere egregiamente ricordando forse a tratti una sorta di Johan Langquist più roco. Tutto sommato anche la produzione è buona, sebbene forse a volte alcuni volumi avrebbero potuto essere livellati meglio, ma c'è da dire che sono considerazioni che non influiscono su un giudizio finale assolutamente positivo.
Gli Angel Of Damnation hanno sfornato un debutto che, lungi dall'essere un album tributo, ricalca con maestria quelle che sono le orme tracciate da chi questo genere l'ha creato e reso grande.
Chiunque quindi annoveri fra le proprie grandi passioni il Doom di stampo classico non dovrebbe snobbare questo "Carnal Philosophy", anzi.
Il disco è assolutamente ottimo e se il gruppo saprà mantenersi su questi standard potrà senza dubbio offrire soddisfazioni di gran spessore ai seguaci di questo filone musicale.
Io il loro nome me lo sono già appuntato!

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