lunedì 25 aprile 2011

CURSE - Void Above, Abyss Below


Informazioni
Gruppo: Curse
Anno: 2011
Etichetta: Schwarzdom Productions
Contatti: www.myspace.com/blackmetaleldur
Autore: Mourning

Tracklist
1. Desecrating The Divine Trinity
2. Void Above, Abyss Below
3. The Mad Sheperd
4. Infernal Visions
5. I'm The Dead Guy
6. Red Is The Deepest Black
7. Painting The Devil On The Wall
8. Hour Of The Skull
9. Priests Of The Underworld

DURATA: 35:56

I Curse sono un altro progetto di Eldur conosciuto anche come mastermind della creatura "Fortíð", con questa formazione si allontana dal viking e dall'atteggiamento epico della proposta che ha caratterizzato la trilogia "Völuspá" per dedicarsi alla parte più rozza e primordiale del genere.
E' in compagnia del batterista D. Theobald che da luce a questo terzo capitolo, "Void Above, Abyss Below", i cui riferimenti musicali sembrano essere più che altro Hellhammer e Darkthrone, spunta poi fuori ogni tanto qualche traccia dei Satyricon della versione black'n'roll ma si parla di una release decisamente sporca, più affine ai primi nomi citati come peculiarità e grettezza.
I brani sono semplici, il processo compositivo è stato alquanto istintivo, l'album è stato scritto e registrato in poco più di un mese con metà d'esso completamente incentrato sull'improvvisazione, è quindi una release genuina e "pura" fino all'osso, per certi aspetti tendente a una jam-session da sala prove che pur mostrando di possedere dei limiti in quanto a personalità e struttura, è capace di offrire anche dei buoni momenti, ci sono infatti un paio di canzoni, iniziando proprio dalla mid tempo "Void Above, Abyss Below", che svolgono il proprio compito senza intoppi particolari.
Siano i momenti in cui "rotolanti" ci dan sotto come avviene in "The Mad Sheperd" oppure quelli più atmosferici, vedasi "I'm The Dead Guy" e la conclusiva "Priests Of The Underworld", i Curse sono coscienti di muoversi su un terreno pestato, battuto e rivoltato ormai all'inverosimile, con un pizzico di mestiere e qualche breve parentesi maggiormente melodica, esempio ne sono "Painting The Devil On The Wall" e la successiva "Hour Of The Skull", portano a casa il risultato.
La produzione per quanto sia ruvida e non proprio perfetta non crea fastidi particolari alla strumentazione, per fortuna hanno avuto il "buongusto" di evitare riferimenti a certe prove registrate in stile demo anni Novanta solo perché fa figo.
Non vi cambierà la vita "Void Above, Abyss Below", è però un disco dotato di un alone scuro e di riff che i cultori della vecchia scuola difficilmente potranno non apprezzare, sulla longevità della sua esistenza negli stereo qualche dubbio si pone, sarà il vostro gusto a dare ai Curse la possibilità di vivere o meno fra i lavori che ritenete degni, provarli però non vi costa nulla.

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