Informazioni
Gruppo: Alienation Cold
Titolo: Nothing, Nobody, Never...
Anno: 2012
Provenienza: Russia
Etichetta: S.N.D. Production (Stavropol Nekrodivizion)
Contatti: myspace.com/alienation_cold - myspace.com/stavropolnekrodivizion
Autore: Akh.
Tracklist
1. Grass In Water
2. Nothing, Nobody, Never...
3. Autumn Dream
DURATA: 33:20
Dopo l'esordio del 2006 e.v. "Forest Of The Dead", ecco ritornare a noi gli Alienation Cold, fautori di un Black Metal atmosferico dalle forti tinte ambientali e con decise sfumature dal retrogusto "depressive", il tutto impacchettato in un formato slipcase digipak semplice ma accattivante nelle sue sfumature monocromatiche. I tre brani qui inclusi possiedono una discreta durata, le asce vengono molto spesso aiutate e supportate dall'apparato tastieristico molto evocativo, mentre le vocals in scream bilanciano offrono una sorta di bilanciamento, venendo talvolta doppiate da alcuni gorgheggi growl ad inspessire e incattivire il tutto.
In generale si respira un'aria affascinante, il mix proposto è un equilibrato lavoro che include certo Black Metal tastieristico dell'est europeo per l'approccio musicale, Lustre per la persistenza e l'ipnotismo, Midnight Odyssey per la classe degli arrangiamenti e Vita Odiosa per certa negatività di fondo o disillusione; questo per indicare e toccare vari punti del substrato musicale su cui si muove "Nothing, Nobody, Never...", quindi l'emotività gioca un ruolo importante e la fa indubbiamente da padrone.
L'iniziale "Grass In Water" mette immediatamente tutti gli ingredienti al punto giusto e si fa godere pienamente grazie all'appoggio robusto di chitarre su cui i tappeti ricreati e l'effettistica compiono drappeggi, con la base di doppia cassa ben integrata nel suo minimalismo. L'incedere è seduttivo, come succede nello stacco a metà canzone, ed è a mio avviso l'arma vincente del duo Dust/Sadist, ovvero la capacità di ricreare tonalità semplici ma estremamente efficaci e dal tocco mesmerizzante, come le storie popolari in cui mistero e dramma si abbracciano vicendevolmente come Sogno e Morte, per portare l'Uomo a fissare con sospetto movimenti furtivi ai bordi di strade poco battute, dove l'odore di soprannaturale fa aumentare il passo e mette brividi sulla pelle.
Veramente molto piacevoli e dense di sospensione le parti di piano e keyboards che ci introducono alla titletrack, nella quale chitarre funeree si spalmano rocciosamente donandoci spaccati di desolazione e tristezza soffusa. Un sentore di morte aleggia decadente come un fantasma agitato, come erba secca aggrappata futilmente alla terra, sferzata da vento rabbioso di steppe lontane.
I ritmi sono lenti e pesanti come sepolcri dimentichi, il ruggire impietoso di Dust affila maggiormente le sensazioni e ne completa la visione, mentre il tutto scorre come se il tempo fosse una condanna a cui assoggettarsi, come se il dibattersi delle note di chitarra di "Autumn Dream" creasse l'illusione esorcizzatrice di poter uscire fuori vincitori (sensazione evidenziata anche grazie a una ritmica più incalzante e aggressiva) da un incubo stagnante, in cui la melanconia si traduce in forza scardinatrice e lesiva, per poi tornare lentamente ad inglobare il tutto, tinteggiandosi in foschie selvagge ed irrequiete nelle quali sprofondare le nostre più intime debolezze e passionalità, fino allo scorgere di un'ombra impalpabile, di un'ora...
Echi vacillano e vagano liberi di intrigarci, stregarci, legarci, fino al furto che è l'ultimo anelito; fino alla liberazione assoluta e totale di quello che è un sogno di una qualche divinità abbandonata, destinata a peregrinare, senza destino... senza tempo, mai... in pace; gli amanti di queste sonorità potrebbero tranquillamente abbandonarsi a questa Fredda Alienazione.