Informazioni
Gruppo: Wyrm
Titolo: Rune Rider
Anno: 2012
Provenienza: Boemia, Repubblica Ceca
Etichetta: Murderous Productions
Contatti: wyrm.cz
Autore: Bosj
Tracklist
1. Necrotoxic
2. The Fallen
3. Night Stalker
4. Rune Rider
5. Ballet For The Antichrist
6. Fucked In The Grave
7. Cave Canem
8. With Hate In Their Eyes
9. ... And Cursed Be The Land I Walk Upon
DURATA: 38:21
Alla scoperta dell'underground europeo, questa volta facciamo sosta in Boemia, occupandoci di un act attivo da ben quindici anni: dal centro del continente, ecco i cechi Wyrm giungere al traguardo del terzo full lenght per la conterranea Murderous Productions.
Per quanto non possa che ammettere la mia ignoranza relativamente alla scena ceca, non credo sia per questo motivo che fatico davvero ad impostare questo articolo: non riesco a trovare dei riferimenti adatti per inquadrare la proposta del gruppo. Sicuramente la band suona black metal (o almeno tale è l'intento), sicuramente il suono è molto moderno, spesse volte ai limiti del black'n'roll, ma... Manca qualcosa. Questo "Rune Rider" è un disco terribilmente piatto. Non c'è assolutamente nulla fuori posto, sia chiaro, il vero problema è anzi l'opposto: non c'è assolutamente nulla che ti rimanga impresso. L'ascolto del lavoro dei quattro ragazzi boemi, (anzi, tre ragazzi e una ragazza) risulta ostico a causa di una vera e propria mancanza di mordente, un'assenza di spunti personali che ne mina l'appeal in profondità. I riff di chitarra sono sempre le stesse tre note che si rincorrono, sempre alla stessa velocità, nella più totale prevedibilità, salvo di quando in quando uno sparuto assolo (!), in verità abbastanza estemporaneo rispetto al contesto. La batteria, anche quando dovrebbe spingere sull'acceleratore, resta ancorata su mid-tempos banalotti, privi di quella carica maligna di cui il metallo nero dovrebbe farsi veicolo. Mormo, dietro al microfono, non riesce a sua volta ad imporsi come protagonista con il suo scream esageratamente monotono. Insomma, "Rune Rider" è un album che ha già detto tutto nei primi quaranta secondi, un lavoro che finisce esattamente come parte, senza sorprese lungo tutti i suoi quasi quaranta minuti, tolto forse l'excursus punk "Fucked In The Grave", brano da un minuto e mezzo che lascia intravedere quanto a fondo il verbo dei "nuovi" Darkthrone abbia attecchito, anche nel pieno della Repubblica Ceca.
Colpevole di questa generale mancanza di emozioni è, purtroppo, una produzione molle, incapace di donare spessore al suono, di diversificarne i diversi toni e strumenti.
Dispiace sempre non poter elogiare il lavoro di una formazione, purtroppo però ci sono casi in cui, se si è in cerca di buona musica, è necessario volgere lo sguardo altrove.