domenica 28 ottobre 2012

TAPHEPHOBIA - Taphephobia

Informazioni
Gruppo: Taphephobia
Titolo: Taphephobia
Anno: 2012
Provenienza: Norvegia
Etichetta: Greytone
Contatti: facebook.com/pages/Taphephobia/196425420397858
Autore: Mourning

Tracklist
1. Cult
2. Butterflies With Needles
3. Middle Of The Night
4. Entering The Woods - Green River
5. The Garden Of Fire
6. When It`s Dark Enough

DURATA: 43:16

Ketil Soraker per coloro che ascoltano abitualmente dark-ambient non è un nome sconosciuto, alcuni lo ricorderanno di sicuro in qualità di ex membro dei Northaunt, oggi probabilmente come il fondatore del progetto Taphephobia.
L'immaginario sonoro e i paesaggi realizzati nelle sue opere sono l'incarnazione di un animo che tramite "landscape" continui e vari manifesta una gamma emotiva cupa e grigia, quanto lucida e dalla flebile speranza. Quello prodotto quest'anno è il quarto lavoro, omonimo, il frutto di una crescita compositiva intrapresa con "House Of Memories", proseguita in "Anomie" e definita in "Access To World Of Pain".
Nel mondo di "Taphephobia" la pioggia può interpretare un ruolo malinconico e desolante quanto di conforto a un vuoto che sembra espandersi a dismisura, del resto più che in altri generi qui è l'evolversi personale delle emozioni che permette d'incanalare al proprio interno ciò che si recepisce di tale musica.
Il connubio fra natura, occultismo e la figura umana che si pone nel mezzo a mo' di tramite pare più volte echeggiare fra le note cicliche rimbombanti in una dimensione atemporale, interrotte solamente da frazioni nelle quali appare la voce di Soraker, spesso solo poche parole, tese ad aumentare il fattore "evocativo" del pezzo.
Esclusivamente nella prima traccia "Cult" si menziona in una breve citazione l'aspetto della follia rituale espressa da Ketil tramite il ricordo di un dialogo che vedeva quale interlocutore principale il serial killer Gerard John Schaefer Jr, personaggio fra le altre cose "ammirato" da un signore che di nome faceva Ted Bundy, insomma un tipo proprio raccomandabile.
"Taphephobia" oscilla costantemente in bilico tra il disperdersi, il diradarsi di un disegno ormai logoro, ingrigito e un dipinto notturno inquieto persino nei momenti in cui il suo essere nero dovrebbe eliminare qualsiasi via di scampo e quindi condurre alla resa. Parlo della conclusiva "When It's Dark Enough", l'album in questa circostanza elimina quel sottile appiglio che riconduce alla vita affidando le redini della situazione a suoni e discese che non permettono appelli, è altrettanto desolante e sconfortante l'atmosfera che divampa in "Entering The Woods - Green River".
Inutile perdersi in chiacchiere, quando ci si trova dinanzi a un lavoro simile si sente il bisogno di ascoltarlo e approfondirlo per tentare almeno di comprendere quanto e come poterlo fare proprio, è questo ciò che vi consiglio, passate e ripassate la musica dei Taphephobia nel lettore prima di lanciarvi in un giudizio finale.
In seconda battuta, qualunque sia la vostra decisione, sono comunque sicuro che anche fosse un solo frammento di ciò che Ketil ha posizionato all'interno delle canzoni a rimanervi in testa, la curiosità potrebbe tornare a farvi visita, provate.

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