lunedì 11 aprile 2011

WHITE COLLAR - Upperclass

Informazioni
Gruppo: White Collar
Anno: 2011
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/white-collar
Autore: Mourning

Tracklist
1. Intro
2. Lovers
3. Pop Song
4. Song For The Idiot
5. Rock'N'Roll Band
6. Show Me
7. It's So Hard To Say Goodbye
8. Beautiful
9. People Of Magazine
10. Teen
11. Brit Pop

DURATA: 31:24

I meneghini White Collar si presentano con un disco fresco e scanzonato, "Upperclass" è il loro primo studio album, dieci brani più intro caratterizzati da una formula magari conosciuta (alternative e british style miscelati sono elementi cardine della proposta) che riesce però a mantenere viva l'attenzione grazie a canzoni dalla breve durata, dai refrain accattivanti e ritmi capaci d'indiavolarsi come d'intrattenere l'ascoltatore in qualità di elementare e piacevole compagnia.
Ci troviamo davanti a una creatura, il trio che vede Dama nel ruolo di chitarrista cantante, Dax in quello di basso e Just dietro le pelli adatta allo stile radiofonico e che sul palco può offrire prove divertenti e coinvolgenti, con un platter che sin dalle battute iniziali con due veri singoli scala-classifica come "Lovers" e "Pop Song", che dimostra di possedere una certa confidenza con il rock d'oltreoceano, echi di Queens Of The Stone Age, della creatura di Jesse "The Devil" Hughes gli Eagles Of Death Metal e i Foo Fighters vengono palesati lungo tutta la tracklist specialmente in "Song For The Idiot", "Teen", "Brit Pop" e gli anni Ottanta rivivono rivisitati in una "It's So Hard To Say Goodbye" dal naturale mood retrò che che fuoriesce libero.
"Upperclass" è vivace, alle volte malinconico, per lo più adrenalinico, in tutti i casi riesce comunque a piazzare il cambio di marcia giusto per ripartire di slancio, chissà poi perché ascoltando "People Of Magazine" mi sia saltato all'orecchio il ricordo di qualcosa di Iggy Pop, l'uomo che vive a petto nudo sarà anch'esso fra le influenze della band?
Prodotto decisamente bene, gli strumenti godono di una discreta resa sonora sia in qualità di singoli che come complesso, l'unica pecca udibile ma anche trascurabile in fin dei conti è la non perfetta esecuzione di alcuni cori dove non v'è proprio la sincronia adeguata, punto che si può tranquillamente sistemare del tutto per un prossimo futuro.
I White Collar sono una bella sorpresa e "Upperclass" trenta minuti che volano via con scioltezza e che si fanno ascoltare con notevole disinvoltura, per il sottoscritto una via di fuga dai classici "on air metallici", possiede quella carica casinista genuina che fa sempre bene, date una chance a questi ragazzi ne verrete ripagati con buona musica.

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