lunedì 18 aprile 2011

PESSIMIST - Longaevus


Informazioni
Gruppo: Pessimist
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: http://bandzone.cz/pessimist
Autore: Mourning

Tracklist
1. Sapiens
2. Øád
3. EZH
4. Ve Stopách
5. Závist
6. Hledání 2010
7. Klam
8. TriBalet
9. Longaevus
10. Marast (bonus track)

DURATA: 45:06

Leggendo il monicker Pessimist devo essere sincero, la prima volta ne fui ingannato, pensai al ritorno sulla scena con un nuovo disco da parte della formazione statunitense di Kelly McLauchlin, proviene invece dalla Repubblica Ceca questa band, un trio che al proprio interno vanta comunque vecchie conoscenze.
Vi è infatti il chitarrista Martin Schuster che ho avuto già occasione d'apprezzare con i Mindwork di "Into The Swirl" e Petr Chalupny alle tastiere, nome che incrociai in qualità di creatore della cover del ritorno sulla scena di una delle realtà di valore della loro scena nazionale, gli Hypnos di Bruno Kovarik con "Halfway To Hell", in questa avventura sono coadiuvati da un terzo elemento che chiude il cerchio, il batterista, bassista e cantante Jan Cerha.
La formazione ha sfornato nel 2010 dopo oltre una decade d'attività (il debutto "Ignorace" risale al 1998 e il secondo "Ke Hvezdám" è del 2003) il terzo capitolo intitolato "Longaevus", per quanto non sia una direzione brutale quella intrapresa, sono comunque una creatura a loro modo old school i Pessimist, l'ispirazione prog/tech da cui traggono linfa è quella degli act che hanno creato le radici del genere, similitudini con il sound di gente quali Death di seconda generazione, Atheist e Cynic miscelato alla visione oltranzinsta per l'epoca (e tuttora neanche sfiorata dalla moltitudine di segaioli che si definisce tecnical death odiernamente) di fantastiche realtà come Pan.Thy.Monium e Disharmonic Orchestra trovano terreno fertile nelle dieci composizioni (nove in tracklist più una bonus track conclusiva) inserite nel cd.
La scaletta alterna episodi alimentati dalle linee di voce ad altri esclusivamente dediti all'esaltazione della particolarità strumentale, è un platter che fa del continuo evolversi e dei mutamenti ambientali la propria forza.
Il trio è particolarmente ispirato, i pezzi scorrono fluidi e la sensazione di esser tornati nel periodo che diede inizio all'avanguardismo nel filone metal dedicato alla morte è vivida, brani quali "Sapiens", "Ezh", "Ve Stopách", "Hledani 2010" (pezzo ri-registrato e ri-arrangiato già presente nel secondo album), "Tribalet" e la stessa titletrack pur conservando quello spirito possono vantare una freschezza e una natura frizzante e coinvolgente delle scelte utilizzate che li pone su un livello nettamente superiore allo standard.
Portano con sè un fascino che le rende intriganti all'orecchio, da questo punto di vista il lavoro d'intarsio solistico di Martin, alla pari con l'uso dei synth a infittire l'intelaiatura della produzione, sono i veri fiori all'occhiello di un "Longaevus" che è talmente "conservatore" sotto alcuni aspetti da divenire ostico per coloro fissati sul tema che band come Origin e Obscura siano diventati cardini ed evoluzionisti di quella tendenza sonora (con le sfaccettutare adibite allo stile più brutale e progressivo che le caratterizza) nell'ultima decade.
Come si dovrà spiegare a 'sta gente che per comporre musica che sia complicata non bisogna solo "correre" sulle tastiere e sfruttare grandi velocità ma si ha bisogno soprattutto di gusto e capacità di trasmettere emozioni?
Probabilmente i Pessimist avrebbero potuto curare di più la produzione, in particolare il suono della cassa non è il massimo, sul piatto della bilancia però sono comunque più i pregi che giocano a favore dell'ascolto dei difetti riscontrabili. Se al tempo siete rimasti piacevolmente "coinvolti" da tale tipologia di death, una chance a questi ragazzi cechi dovreste proprio offrila.
"Longaevus" lungi dall'essere "maestro" d'originalità si difende alla grande portando a galla non pochi piacevoli ricordi, per me ciò basta e avanza, per voi sarà sufficiente? Mettetelo su e avrete la vostra risposta.

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