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lunedì 18 aprile 2011WIGHT - Wight Weedy WightInformazioni Gruppo: Wight Anno: 2011 Etichetta: Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/wightism Autore: Mourning Tracklist 1. Cosmic Rhythm #1 2. All Beyond The Piend Of Being 3. Let Me Know When You Found God 4. Wight Weedy Wight 5. Shaman Woman 6. Hammer Boogie DURATA: 45:45 Gli Stati Uniti sono probabilmente la fonte più grande e sostanziosa per quanto riguarda il mondo stoner/doom, l'Europa d'altro canto può vantare tre nazioni, Inghilterra, Svezia e Germania, che quando si tratta di tale sound possono affrontare il colosso oltreoceanico guardandolo dritto negli occhi. Proprio da una di queste terre arrivano i Wight, formazione teutonica che si presenta in versione psichedelica giungendo a noi con all'attivo un demo ("And I Will Not Be Hammered Again") e uno split ("1000mods Vs. Wight") che hanno preceduto il debut "Wight Weedy Wight" rilasciato a gennaio del 2011. La derivazione di stampo Black Sabbath/Cathedral e la psych-spacey attitude che si rinfresca in acque Hawkwind, Sleep e Colour Haze non è sicuramente innovativa ma ci pone all'orecchio delle tracce, lunghe ben elaborate e che favoriscono quel senso di viaggio intrapreso. E' caratteristica fondamentale per la realizzazione di un album del genere, la mente deve espatriare dal corpo facendosi condurre per mano dalla musica, vi riescono bene brani come "All Beyond The Piend Of Being", la successiva "Let Me Know When You Found God" e la titletrack, dilatate, drogaticce, groovy e dotate di un riffing da "trip" in possesso del dovuto carisma. Cadenze grevi, assoli bluesy, il sax suonato da Peter Philipp Schierhorn (che ricopre anche il ruolo di bassista ) speziano l'incedere pachidermico delle quattro esibizioni iniziali, il mood è quello più classico ed esaltante per un ascoltatore abituale dello stile, nessuna sorpresa ma quanta buona musica. Gli ultimi due episodi spezzano l'atmosfera densa sinora tenuta in auge per apportare una significativa variazione di suono e approccio, i ritmi si vivacizzano, aumentano il carico blues in "Shaman Woman" e ci regalano un assolo stravagante di sax nella conclusiva "Hammer Boogie". I Wight hanno la situazione sotto controllo, tranne qualche piccola pecca nella prestazione di Renè, che si cala alla perfezione nei momenti più psych e doomy fornendo con la sua voce l'adeguato supporto evocativo ma non proprio piacevole nell'interpretazione quasi forzata in "Shaman Woman", il disco fila liscio, gradevole e concedendo dei discretti picchi di godimento. "Wight Weedy Wight" si rivela un disco solido, forse un po' troppo legato ai canoni pilastro del filone, è capace però, grazie alla buona prestazione corale (il batterista Michale Kluck, l'unico che non avevo ancora tirato in causa, è un motore più che affidabile), di puntare al cuore degli amanti dello stoner/doom, siete fra questi? L'ascolto sarà di vostro gradimento. |
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