lunedì 4 aprile 2011

WO FAT - Noche Del Chupacabra


Informazioni
Gruppo: Wo Fat
Anno: 2011
Etichetta: Nasoni Records
Contatti: www.myspace.com/wofat
Autore: Mourning

Tracklist
1. Bayou Juju
2. Descent Into The Maelstrom
3. Common Ground
4. Phantasmagoria
5. Noche Del Chupacabra

DURATA: 45:47

Lo attendevo, ero lì al varco che aspettavo il ritorno sulla scena dei Wo Fat, i ragazzi di Dallas hanno sinora piazzato un due su due, sono dischi di gran valore "The Gathering Dark" e "Psychedelonaut" (troverete la recensione girando nel sito), la speranza si potessero quantomeno ripetere su certi livelli era più che presente, il potessero addirittura fare meglio mi ha letteralmente gasato a bestia ed è quindi con piacere che vi scrivo del nuovo: "Noche Del Chupacabra".
La formazione statunitense è purtroppo poco conosciuta nella nostra penisola eppure è di quelle che lasciano il segno, il whisky southern sound di cui le note sono intinte è da orgasmo multiplo, blues, stoner, atmosfere doom si fondono in un'unica combinazione, vengono shakerate, esaltate ognuna con degli spazi d'azione precisi e delineanti alla grande la natura sudista della proposta, dopo i settanta e rotti minuti del precedente solo la durata mi aveva inizialmente lasciato perplesso, mi ero detto: solo quarantacinque minuti? Si saran mica limitati? Ecco non potevo pensare cosa più stupida, il disco è denso, pesante e l'oltrepassare in brevi circostanze il sottile confine fra doom e sludge lo rende ancor più intrigante.
Black Sabbath, Saint Vitus, Kyuss, Earth Ride e Floating Goats, prendete queste grandi formazioni, cosa ne vien fuori se ne fate un mix? Una bomba devastante, questo vien fuori, aggiungete una dose massiccia di personalità, dote che i Wo Fat han posseduto sin dagli albori e dall'opener "Bayou Juju" inondante groove e fornita di una ritmica possente come una mandria di bufali sferrati contro la vostra persona, capirete che con loro non si scherza.
Il trio è ormai rodato e affiatato, dietro il microfono il cantante chitarrista Ken Stump fornisce una prestazione formidabile, riscontrerete magari affinità nell'approccio alle linee con altri suoi colleghi più in vista ma l'operato egregiamente svolto nel costruire riffoni devastanti e l'inserirsi perfettamente in fase solistica non è proprio da tutti, ascoltate gli assoli dei primi due pezzi e se con quello di "Descent Into Maelstrom" non percepirete una scarica d'adrenalina che vi attraversa il corpo, fatevi dare una regolata alla mascolinità.
Sono maturati ancora è palese, pur rimanendo fedeli alle basi del genere si percepisce come si sentano più liberi di esprimersi anche usando dei "virtuosismi" che in precedenza erano appena accennati, la chitarra sembra un pennello impazzito, punta più direzioni senza perdere mai di vista la rotta principale guidata dalla ritmica che vede ancora una volta Tim Wilson e Michael Walter alla batteria formare un'accoppiata affidabile, solida e pronta a supportare ogni singola movenza della sei corde.
Un lavoro di squadra eccellente che viene confermato dalla terza canzone "Common Ground", la più breve del lotto (sfiora appena i sette minuti), che con quel sound wah/fuzzy ti conquista ricordo che nella prima sessione d'ascolto, avevo una bottiglia mezza piena al mio fianco all'inizio (sarà stata acqua? ma anche no!), il brano doveva ancora finire, lei già era "andata".
Con questo non voglio incitarvi a bere, anche se con una sbronza musicale come quella fornita da "Noche Del Chupacabra" abbinare una dovuta dose di alcol nel sangue male non può fare, al contrario vedrete se non vi salta all'orecchio di stravaccarvi sul divano alzando il volume fino a sfondare le orecchie del vostro vicino, in tal senso "Phantasmagoria" continua a dar materiale su cui riporre la propria felicità, la strumentazione già calda e bluesy si arricchisce di minimali inserzioni tendenti al noisy, drogaticcia e polverosamente rock la canzone ci conduce dritti a un finale che assumerà caratteristiche di stampo spacey.
Sì signori, avete letto bene, la titletrack cambia muta per orientarsi verso zone che riconducono a nomi storici come gli Hawkwind e gli odierni i Nebula.
E' un fiume che scorre placido nel proprio letto "Noche Del Chupacabra", peccato che il luogo ove riposa sia tutto fuorché lucido e trasparente, è tentacolare, sadico e strisciante, alle volte più jazzy, altre più blues con le percussioni in retrovia a scandire costantemente il corso di una jam-session che sembra non voler finire mai.
Un album da vivere e custodire gelosamente quest'ultimo sforzo dei Wo Fat, siate o meno abituali fruitori dello stile vi consiglio di gustarvi questa fantastica release, "Noche Del Chupacabra" è un capolavoro, non siamo neanche a metà del 2011 ma ho già un posto occupato nella top 2011, quel posto è assegnato di diritto ai Wo Fat.

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