lunedì 17 gennaio 2011

IO - Materioptikon

Informazioni
Gruppo: Io
Anno: 2010
Etichetta: Grammatical Records
Contatti: www.myspace.com/weareio
Autore: Mourning

Tracklist
1. Five Ton Man
2. Breathe In The Sea
3. The Serpent & The Rainbow
4. Silent Hymns In The Dark
5. It Was Only A Dress Rehersal
6. If You Don't Trust Me, Trust My Berreta
7. This is Where The Cat Lives

DURATA: 47:40

L'ascolto dei lavori contaminati dal vissuto post, sia esso rock o metal oriented, è divenuto una gradita compagnia che nell'arco delle giornate si è fatta più consistente e mi ha spesso spinto a cercare oltre ai confini musicali più classici a cui mi piace far riferimento solitamente.
E' stato nel girovagare alla ricerca di proposte di questo tipo che mi sono imbattuto nella pagina space dei britannici IO, il combo inglese di Birmingham, lo dico con sincerità, mi aveva incuriosito per il fatto d'avere in top amici di Myspace due formazioni che ho apprezzato parecchio in questi ultimi due anni, parlo dei MaybeSheWill e dei Mothertrucker, notevolmente distanti fra loro come sound ma entrambe molto più che interessanti.
Contattati, Dave della Grammatical Records mi ha fornito la versione mp3 dell'album in uscita il 15 di novembre e ho iniziato ad affrontare il discorso riguardante i ragazzi con una visione più ampia e definita al cospetto di quella del player limitante di Myspace.
Il quartetto composto da Al (chitarra e voce), Stu (chitarra), Dave (batteria) e Steve (basso), si cimenta in una visione che spazia decisamente fra le varie correnti post, questo si deduce da un prolungato e piacevole incontro ripetuto più volte con l'album "Materioptikon".
La formazione fa leva sui classici canoni che trainano le release di questo filone iper-produttivo, vi è la presenza di forti contrasti fra sezioni pulite e sognanti con altre notevolmente più ruvide dove il levigato e raffinato suono delle chitarre diventa più arcigno e greve, in tal senso le tracce d'apertura "Five Ton Man" e "Breathe In The Sea" spiattellano senza mezzi termini quanto gli IO siano in grado di esibire la propria personalità nei cambi di mood improvvisi, parte fondamentale in un disco che si alimenta di emozioni.
Non calcano mai volutamente la mano, ogni tanto è capitato di trovare dei buoni album post che purtroppo perdevano punti per questioni legate a scelte di mercato o solamente voglia di farsi vedere, ciò comportava scandalosi quanto inutili inserti derivanti dal Bring Me The Horizon style, cosa per le mie orecchie raccapricciante, è quindi festa quando la violenza trova sfogo più indiavolato e deciso in una "The Serpent & The Rainbow" che nelle fasi più accese non lesina di spingere mantenendo però un saldo equilibrio interno che la porta a quietarsi e riesplodere solo dopo un'apertura strumentale ricca di mini sfaccettature zampillanti, le chitarre allora diventano delicate ma dell'acqua cheta, si sa, non c'è troppo da fidarsi ed ecco che ingrana nuovamente la marcia le dissonanze riprendono piede e un minimo di noisy sound si affaccia alla finestra per poi esser riassorbito, è un'altalena che non smette di far su e giù.
Con "Silent Hymns In The Dark" c'attende un vero trip psichedelico, atmosfere pulsanti, le note elettrizzano l'aria e una batteria gendarmica nella sua impostazione in stile marcetta di sottofondo si fonde al percorso in evoluzione del riffing, il cambio di tempo e l'apertura funkeggiante rendono ancor più fresca la proposta, ascoltando certi riff e ricordando gli ascolti da ragazzino non so per quale motivo ma la figura degli Smiths di Morrisey di "Please, Please, Please" mi è ritornata alla memoria più di una volta, sarà il riff di chiusura di quel pezzo che è forse attualissimo e similare a molti di quelli che nelle post-rock band di recente riscontro.
Intriganti le movenze di una "It Was Only A Dress Rehersal" quasi tribali in alcuni frangenti, vivida, incalzante, ridondante è una delle canzoni più intriganti del lotto, giunge la severità accentuata di una "If You Don't Trust Me, Trust My Berreta" che muta in un melancolico episodio dal finire greve per chiudere i giochi con l'ennesimo tocco di fino, la carezzevole e vispa "This Is Where The Cat Lives".
Gli IO hanno tutte le carte in regola per farsi apprezzare da chi segue assiduamente la scena, la voce di Al è una presenza che non ingombra, fornisce dei camei importanti ma che non rubano mai la scena alla vera star della situazione, la base.
Sono le parti strumentali a fare il grosso com'è giusto che sia, il basso è in risalto e ha un suono veramente bello, in definitiva, per non allungare una recensione che ha già espresso il mio pensiero su "Materioptikon", l'unica cosa che posso consigliarvi di fare è d'inserirlo nel vostro lettore e farlo girare più volte, a ogni passaggio un pezzo di lui vi rimarrà dentro.

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