lunedì 10 gennaio 2011

THE BEAUTY OF DROWNING - The Beauty Of Drowning

Informazioni
Gruppo: The Beauty Of Drowning
Anno: 2010
Etichetta: Dedicated Records
Contatti: www.myspace.com/thebeautyofdrowning
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Lie
2. Time
3. Particles Divide
4. Android
5. Even Walls
6. The Moving Mirror
7. Frame
8. Lullaby
9. Clean
10.Un Altro Mondo

DURATA: 1:01:48

I The Beauty Of Drowning sono un act tedesco formato da Daniel La China (voce e chitarra), Jan Liesefield (voce, chitarra e tastiere), Woite Thomas (basso) e Timoteo Schlösser (batteria).
La realtà attiva da poco più di un anno ha già scritto del buon materiale che è stato riversato nel primo album omonimo, dieci tracce che esprimono una visione dell'arte ricca di tagli e sfaccettature fornendole personalità e una cifra stilistica rilevante.
E' una grande giostra d'emozioni quella veicolata dalle note che la formazione imbastisce come fosse un vestito dai più risvolti, ogni singola canzone è infatti un momento a sè, una creazione che si scinde e ricompone utilizzando molteplici influenze che le adornano e ne incrementano la valenza.
Sì perché ascoltando "The Beauty Of Drowning" vi renderete conto di quanto l'anima seventies psichedelica riconducibile ad act quali i Floyd e alcune soluzioni dei King Crimson venga a contatto con la mentalità post degli Isis e Neurosis, di come i tratti più rock ed elettronici di gente come Sonic Youth e NIN siano un riferimento non costante ma voluto.
Per assurdo c'è che più si va avanti nello scorrere e più s'incrociano soluzioni che riportano ad altre band inglobate in un sound che permette di viaggiare in un mondo alternativo, una via di fuga da una confusionaria e stressante routine giornaliera che paradisi artificiali quali "Time", "Android" che si perde di volta in volta in sentieri più o meno melancolici e "Even Walls" che invece sfiora apici di leggiadria, suadente e opethiana com'è, condita da varianti doom oriented in cui le incursioni di piano sono fondamentali per avvalorare la consistenza di un'atmosfera amaramente dolce, fanno dimenticare.
Esaltare una "Particles Divide" che a orecchio potrebbe esser parto dei Depeche Mode, navigare nella cosmica e dilatata esecuzione della fenomenale opener "The Lie" in cui anche i Tangerine Dream fanno capolino quando si è appena arrivati poco dopo la metà del disco con "The Moving Mirror" conciliate e decisa al medesimo istante è sintomo d'essersi lasciati trasportare senza tenere conto di cosa venisse prima o dopo e il continuo dell'album seguendo il percorso evolutivo già esposto non fa che donare altri attimi di spensieratezza e malinconia che di pari passo i brani vanno intingendo nella mente di chi si pone all'ascolto.
Secondi di severità rigorosa s'impongono in "Frame" capace in corsa di cancellare il proprio mood iniziale per dar linfa a un altro e riannullarlo in un secondo tempo per riprendere da dove si era rimasti, l'essere camaleonti è un buon modo di presentarsi, la stasi non è vista di buon occhio in "The Beauty Of Drowning" soprattutto se correllata all'aspetto interiore.
E' il turno di "Lullaby", una carezzevole e invitante favola che per l'effetto alla voce e qualche lontana assonanza riporta volutamente o meno alla mente "Planet Caravan" dei Black Sabbath, non manca davvero nulla in questo platter e se "Clean" per soluzioni sembra fare un po' il punto della situazione riassumendo in blocco la maggior parte del già sentito, è con "Un Altro Mondo" cantata in italiano (e meglio loro nella nostra lingua che certi, ehm, singer nostrani in inglese, terrificanti) che arriva la stoccata finale, con i quattro ad aggiungere un tocco tribale per chiudere il discorso.
Un'ora è trascorsa eppure la voglia di rimetterlo su ancora una volta non manca, è questo che fa la differenza fra un disco sufficiente e uno che vale la pena d'avere realmente, non so a quanti il calderone d'idee possa intrigare m'anche fossero pochi una chance a questi quattro ragazzi datela perché quando si è artisti basta poco per dare anima alla propria arte, questo è uno di quei casi.

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