lunedì 10 gennaio 2011

THE TARDS - Guillottine


Informazioni
Gruppo: The Tards
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/thetards
Autore: Mourning

Tracklist
1. Hooked
2. Makin It Don't Mean Ya Made It
3. Suicide Am I
4. Truth & Lies
5. Give Me The Guillotine
6. Tear Out the Seats And Mosh
7. To The Grave
8. Revolution Revolver
9. Judge Death

DURATA: 55:59

Il thrash dall'uscita del "Black Album" dei Metallica subì una rivoluzione che diede vita a tantissimi album contestati proprio per il fatto di essere dei dischi al di fuori dei canoni abituali dello stile, vedasi ad esempio il controverso "The Ritual" o un'evoluzione Megadeth che porterà purtroppo Mustaine e soci per un periodo a perdere di vista la matrice originaria riacquisita negli ultimi anni, il "figliol prodigo" è difatti tornato a casa con tanto di conversione al Cristianesimo e dichiarazione d'approvazione per la musica dei Cannibal Corpse qualche mese fa (si è accorto solo adesso alla sua veneranda età che i floridiani suonino alla grande, lo dico che la droga/religione fa male).
I The Tards, formazione del Kansas con un lustro d'esistenza al suo attivo e un album di debutto "Damn Nation" datato 2008, proseguono a scrivere la propria storia avvalendosi ancora dell'autoproduzione per il secondo "Guillottine", sanno decisamente come muoversi al di fuori del territorio classicamente thrash, la base è infatti imbastardita con una vena hard-rock che serpeggia all'interno di un riffato adrenalinico e degno delle migliori scapocciate possibili.
I brani sono ben composti e di medio-lunga durata (il più breve va ben oltre i quattro minuti), scivolano via divertenti, si presentano massicci e impostati per far male non con ritmiche spaccaossa e tirate in velocità ma sfruttando una quadratura spessa e una coppia d'asce formata da Mike e Keegan in forma smagliante nell'affinare melodie e assoli da piazzare al momento più adatto.
Il secondo di questi è anche il singer e non da meno è il compito che svolge in tale ruolo con una voce che per tonalità e impatto ti fa pensare a un Lemmy che incontra James Heitfield e questo è già invitante di per sè, aggiungete dei refrain orecchiabili e il risultato è più che gradevole.
I pezzi validi non mancano, quando ho ascoltato per la prima volta "Suidice Am I" non posso negare d'aver avuto un deja vu che mi indirizzava mentalmente a "In My Darkest Hour" altra nota che posso dire m'ha fatto godere non poco (adoro quella canzone), è impossibile non notare quanto sia fondamentale l'apporto di Mike Smith in chiave solistica, ogni episodio viene marchiato a fuoco dalle sue esecuzioni si parli dell'opener "Hooked" o "Truth & Lies" poco importa qui si fa sul serio, certo a metà disco è piazzata una "Give Me The Guillottine" che pesta smadonnandosi e indiavolandosi senza risparmio alcuno e quando sei all'apice speri solo che ciò che verrà dopo sia almeno di pari livello.
Non tradiscono le attese, le tracce che conducono al finire di "Guillottine" mettono nuovamente in risalto la maturità compositiva dei The Tards, equilibrati, facilmente fruibili ma che non si svendono e così anche "Tears Out The Seats And Mosh" dal ritornello minaccioso, una "To The Grave" più hard/rock oriented e la conclusione affidata al binomio "Revolution Revolver" più la bonus track "Judge Death" non fanno che confermare quanto udito in precedenza invitando perché no, a rimetterlo un'altra volta on air.
Se la prova di Keegan e Mike è di quelle orchestrate in maniera perfetta chitarristicamente parlando e dal punto di vista vocale più che godibile per quanto riguarda il primo dei due, altrettanto valida è la performance dell'asse motore che vede Tom al basso e Evan alla batteria, possenti, precisi e in linea con l'evoluzione delle sei corde.
Dotato di una produzione nitida e molto ben inquadrante la strumentazione in toto, "Guillottine" è un lavoro che di sicuro non segue il trend dell'ondata thrash odierna dove l'ottantiano e il sound Bay Area in genere vengono riproposti in tutte le salse, è quindi magari fuori dalla portata per chi inquadra lo stile solo all'interno di una rete che segue quei precisi dettami, la versione dei The Tards è un piacevole ascolto che ha una sua via precisa e farsi trascinare godendosi un disco simile non è cosa poi così difficile, dategli una chance.

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