venerdì 27 aprile 2012

THE GREAT OLD ONES - Al Azif

Informazioni
Gruppo: The Great Old Ones
Titolo: Al Azif
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Ladlo Productions
Contatti: myspace.com/thegreatoldonesband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Al Azif
2. Vision Of R'lyeh
3. Jonas
4. Rue D'Auseil
5. The Truth
6. My Love For The Stars (Chtulhu Fhtagn)

DURATA: 52:33

La Francia continua a regalare sorprese in ambito black, la Ladlo prosegue la sua promozione di band di qualità superiore, dopo i Pensées Nocturnes e i Cult Of Erinyes è il turno dei The Great Old Ones.
La formazione sorta nel 2009 come solo project dalla mente del cantante chitarrista Benjamin Guerry ha trovato nel corso di questo triennio gli elementi per comporre una line-up di valore: Jeff Grimal anch'esso chitarra e voce, Xavier Godart altra chitarra, Sébastien Lalane al basso e Thus Léo Isnard dietro le pelli.
Il monicker, la scelta del titolo del disco, "Al Azif" (Necronomicon), e i tantissimi riferimenti alla letteratura del maestro di Providence Howard P. Lovecraft invitano di per sè al pensiero che il possibile ascolto e le sonorità proposte vadano in direzione di un viaggio fantastico quanto oscuro, certo parlare di post-black metal adesso più che mai è divenuta cosa alquanto scontata, il genere è stato abbondantemente sdoganato e, con tutto il rispetto possibile, reso alle volte sin troppo prevedibilmente similare dai vari act.
Per nostra fortuna la musicalità e le scelte sonore onirico/esoteriche imposte dai The Great Old Ones permettono al sound, vistosamente ricco di aperture strumentali fortemente inclini alla deriva ambient e alla ricreazione di atmosfere decadenti tramite afflussi di melodie arenanti in parte evocanti gente come gli Altar Of Plagues, in altre più similari alle fattezze estatiche dei Wolves In The Throne Room, di prendere largo con una pregevole naturalezza. Le situazioni in cui le dinamiche post assumono forma meno pressante e con conseguente declinare delle accelerazioni di stampo black sembrano quasi trovare in sé una radice di natura wilsoniana, che i Porcupine Tree siano stati un ascolto non poi tanto sporadico?
E che dire di fenomeni quali Neurosis ed Envy (questi ultimi soprattutto per quanto concerne il cantato)? Siamo sicuri che il catalogarli nell'ambito post/black non diventi un limite per un'uscita e una realtà 'sì fatta?
"Al Azif" è tutt'altro che una storia semplice da raccontare, come solitamente avviene quando ci si avvicina a tale tipo di release, la prima impressione può fuorviare, sia la lunghezza dei brani quanto i cambi repentini d'umore e di stile che difficilmente potranno essere digeriti da coloro che in maniera ortodossa seguono il mondo black potrebbero tenere alla larga un numero di "metallari" imprecisato per il semplice motivo che di "metal" e "nero" nel suo classico essere inteso qui ce n'è davvero poco.
È un lavoro che però al contrario di molti altri al limite con il melenso e dotati di aperture sventuratamente accomunate allo "shoegaze" si erge sulla massa per l'abilità con la quale, grazie all'aumentare dei giri nello stereo, permette all'ascoltatore di entrare pienamente in contatto con le minuzie e la visione a tratti gelida di un suono che nell'attimo in cui punta i piedi sfoderando la sua natura più reattivamente acida infligge delle pesanti sferzate di livore capaci d'infrangere le partiture legate all'aspetto fantastico, coniugando sogno e incubo internamente alla stessa sfera esecutiva, un esempio lampante di tutto ciò avviene nelle quarta canzone "Rue D'Auseil".
La produzione è leggermente più ruvida rispetto a quelle che hanno standardizzato la scena post, personalmente la preferisco, offre un ulteriore sostegno emotivo a un album che pur visitando lande che preferirebbero una dose di pulizia dovuta acquisiscono una dose di accanimento buio interessante.
I The Great Old Ones sono una promessa che potrebbe divenire al più presto una conclamata realtà. "Al Azif" è una brillante prima prova e un biglietto da visita rassicurante sulle intenzioni della band, è un invito ad addentrarsi in un mondo fascinoso e nel quale perdersi è un piacere che a doppio filo si collega all'oblio. Se ciò vi aggradasse, ascoltarlo o meglio ancora acquistarlo sarebbe per voi azione alquanto naturale, non perdeteli di vista.

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