venerdì 27 aprile 2012

ARARAT - II

Informazioni
Gruppo: Ararat
Titolo: II
Anno: 2012
Provenienza: Argentina
Etichetta: Elektrohasch
Contatti: elektrohasch.de
Autore: Mourning

Tracklist
1. El Carro
2. Caballos
3. Lobos De Guerra Y Cazadores De Elefantes
4. El Inmigrante
5. Atenas
6. La Ira Del Dragon (Uno)
7. Tres de Mayo

DURATA: 56:09

Gli Ararat me li devo essere persi per strada, non conoscevo infatti il solo-project dietro il quale si cela Sergio Choutsorian dei Los Natas e non avendo avuto sotto mano il primo capitolo il mio giudizio si basa esclusivamente sull'ascolto approfondito di "II".
Inizio col dire che i fan della band madre dell'artista in questione potrebbero praticamente comprarlo a scatola chiusa, sono molte le similitudini fra le due realtà dal punto di vista atmosferico e per la tipologia di trip psichedelico dal quale si viene investiti, comprenderete quindi che abbiamo a che fare con una creatura che possiede molte facce e come un prisma di cristallo riflette la luce in maniera diversa in base a quale di esse venga colpita.
Un'orgia di suoni stoner, psych e drone o se volete un pensiero meno crudo e selvaggio una colonna sonora per un'avventura all'interno di un mondo in piena evoluzione nel quale la voce di Sergio è lì pronta a evocare i demoni compagni di viaggio o a ipnotizzarvi trascinandovi in un vortice obliante dove potersi perdere senza provare dolore.
Le tracce non risparmiano di scavare nel terreno, smuovono anche il fango in apertura con una serie di riff che lasciano un'impronta ben visibile come avviene in "Caballos" e "Lobos De Guerra Y Cazadores De Elefantes ".
Ovviamente lo spirito fuzzy è sempre dietro l'angolo pronto ad irretirvi, viene accantonato a favore di una dimensione intima che sembrava prendesse piede da subito con l'opener "El Carro", venendo invece interrotta da quei due brani per riapparire con consistenza in "El Migrante", una ballata acustica nella quale è apprezzabile a pieno la qualità vocale di Choutsorian e nella successiva "Atenas", una stravagante unione di piano e "rumori" alquanto intensa.
La natura però risveglia sempre l'istinto primordiale ed ecco che con "La Ira Del Dragon (Uno)", mastodonte di oltre un quarto d'ora, l'artista ripropone l'accoppiata composta da muscoli e fumi estranianti, parte in sordina avvalendosi ancora una volta di un sound acustico, diviene rocciosa e pesante per un po' sino a tramutarsi in una spiazzante, gigantesca fossa cosmica in cui galleggiare attendendo che con "Tres De Mayo", nella quale si ripresenta anche il piano, scocchino le note conclusive di questa storia ambientata... beh, questo potreste deciderlo voi.
Space rock? Stoner? Chiamatelo un po' come volete, è musica per andare al di là di qualsiasi confine, non c'è immaginario che un album come "II" non possa creare con il suo contenuto e un pizzico della vostra immaginazione, che sia questo lo scopo di Sergio? Permetterci ancora una volta di sognare? Non lo so, in fin dei conti una volta inserito nello stereo il resto vien da sé.

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