venerdì 27 aprile 2012

YUCK - This One Is Good


Informazioni
Gruppo: Yuck
Titolo: This One Is Good
Anno: 2011
Provenienza: Francia
Etichetta: Postghost Recordings
Contatti: myspace.com/yuckvork
Autore: Mourning

Tracklist
1. Legacy
2. I Will Not Close My Eyes
3. Alone In Heaven
4. Bad Luck
5. We Search For Soul
6. Nocturne
7. Gimme More
8. To Redemption

DURATA: 39:01

Yuck capitolo due: "This One Is Good", la maturazione.
Vi avevo presentato un paio di settimane fa il primo atto di questa band francese intitolato "Do It Yourself" rilasciato nel 2009 e che ci dava in pasto un miscuglio sonoro stravagante ma dalle intenzioni tutt'altro che disordinate.
Con il secondo il combo di Rouen in Normandia, zona che ci ha peraltro regalato formazioni quali Fatum Elisum e i Mhönos (recensiti proprio dal sottoscritto in passato), non solo conferma quanto di buono vi era nel lavoro di debutto, dimostra pure d'aver acquisito una padronanza sia sotto il punto di vista compositivo che sotto quello dei cambi d'umore che apporta una qualità ancor più pregiata al platter.
Gli Yuck non hanno nessuna intenzione di rimanere fossilizzati internamente a una gabbietta denominata con una semplice targhetta a indicare uno stile preciso, si è quindi nuovamente assaltati da otto tracce nelle quali è palese il confluire di più influenze: black metal, thrash, grunge, un po' di aura Sabbath e un tocco di Motorhead a rendere ancor più genuina una prestazione, "This One Is Good", che in maniera camaleontica si diletta nel mutare la forma.
Si passa dalle sfuriate in velocità di "Legacy", interrotte dall'introdursi della scena di Seattle, all'appeal groove melodico che contraddistingue "I Will Not Close My Eyes", dal metal/rock decadente con alone nirvaniano intriso di melanconia di "Alone In Heaven", nel quale la vocalità stridente e urlata di Jérémie è simbolo dello stato d'animo combattuto, si arriva a una "Bad Luck" primordiale in cui devo essere sincero sin dall'incipit di stampo sabbathiano con un riff molto in stile alla Iommi ho avuto una sensazione di deja-vù nitida senza però riuscire a trovare il collegamento che cercavo, magari smettendo di pensare il nome che mi circola in testa verrà fuori da solo, capita.
Metà disco è trascorso e come col precedente le montagne russe sono ancora in fase di salita, è il turno di "We Search For Soul" e qui una bella dose di rock e l'idolo Lemmy vengono a farci visita, ascoltare per credere; la presenza diviene dirompente tant'è che la successiva "Nocturne" in parte prende da quel signore e dall'altra attinge dalla scena canadese.
Un monicker soprattutto rappresenta il modo con il quale si espongono: VOIVOD, avanguardismo, thrash e follia, si divertono e tanto non mollando mai la seggiola di quell'altalena che permette loro un sali e scendi costante, un voler a tutti costi far ciò che preferiscono prima di piacere ad altri, proseguendo per la propria strada anche con "Gimme More", nient'altro che la riprova delle passioni sonore confluenti nel sound degli Yuck.
La canzone che porta a termine l'album è quella "To Redemption" filo rosso d'unione fra le due release, unico esemplare presente in entrambe le uscite e tributo nuovamente votato alla figura di Carol Ann-Croft, stavolta però si tratta di una riproposizione più nera e pesante, degna conclusione della girandola epilettico-emotiva messa in atto sino a quel momento.
Sporchi e cattivi? Malinconici e riflessivi? Inclassificabili? Tutto ciò sono gli Yuck, una realtà che prova sempre e comunque a inserire del proprio in un tessuto fatto di tante, troppe vite per non farsi coinvolgere.
Per coloro che non amano le prove statiche e monotematiche "This Is One Is Good" sarebbe da tenere in considerazione in qualità di papabile acquisto, nel pensarci su potrebbe esservi d'aiuto controllare il Bandcamp della Postghost (http://postghost.bandcamp.com), label della band, nel quale troverete entrambe le release rilasciate, un paio d'ascolti e poi si vedrà.

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