venerdì 27 aprile 2012

IN TWILIGHT'S EMBRACE - Slaves To Martyrdom


Informazioni
Gruppo: In Twilight's Embrace
Titolo: Slaves Of Martyrdom
Anno: 2011
Provenienza: Polonia
Etichetta: Spook Records
Contatti: myspace.com/twilightkills
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Atrocity Born Of Failure
2. Today's Gold
3. All Hail The Vortex
4. As The Earth Crumbled...
5. In Line They Stand
6. Wintersun
7. The Parting Hour
8. The Source
9. ...From Ruins We Emerged
10. The Pilgrim's Walk
11. Slaves To Martyrdom

DURATA: 41:44

Come anticipato nella recensione del debutto della band polacca In Twilight's Embrace "Buried In Beetween", eccomi qui a scrivere del suo successore "Slaves To Martyrdom".
Dal 2006 ci si catapulta a un lustro di distanza, il secondo album viene rilasciato nel 2011 e in questo lasso di tempo è avvenuto un cambio dietro al microfono: non c'è più Dariusz Peczynski e troviamo al suo posto dapprima Kamil Zielinski, con la scelta definitiva poi ricaduta successivamente su Cyprian Lakomy.
Non è solo la girandola di voci ad aver apportato modifiche al sound, i polacchi hanno mantenuto le loro caratteristiche melodic/death metalcore, risentono ancora di echi degli At The Gates nella loro proposta, hanno però allargato il giro delle influenze puntando decisamente sul versante svedese e meno "core" ma più groove, vengono così fuori i nomi dei "vichinghi" Amon Amarth, dei The Haunted del periodo con Marco Aro ("Made Me Do It" e "One Kill Wonder") e qualche lieve spruzzata dei The Crown di Marko Tervonen, capirete quindi che le derive che conducevano al contrastato mondo metalcore sono state notevolmente ridimensionate favorendo un atteggiamento più propenso al death scandinavo ovviamente dalle connotazioni melodiche.
L'album è più maturo, i suoni più robusti e cupi, diciamocela tutta, la formazione non fa nulla per distaccarsi da lidi conosciuti ma è altrettanto vero che piazza un paio di pezzi efficaci e belli tosti come "The Atrocity Born Failure", "In Line They Stand" e "The Source" (nel quale si può apprezzare una forma canzone affinata e coerente con la direzione odierna del genere senza che per questo siano dovuti scendere a compromessi di sorta o a manipolazioni "pop"), a cui si aggiunge una discreta valorizzazione del comparto atmosferico del quale sono parte integrante e importante i due brevi strumentali "As The Earth Crumbled..." e "... From Ruins We Emerged", utili anche nel far riprendere fiato e collocati con giudizio prima della metà e delle fine del platter.
Il capitolo voce ha di che raccontare, è difficile non notare la differenza sia come timbrica che impostazione delle linee fra il vecchio singer Dariusz e l'odierno Cyprian, quest'ultimo si adatta sicuramente meglio alle tonalità più grevi assunte da "Slaves To Martyrdom", ringhiando sì ma tenendosi su toni che si distaccano dallo screaming stridulo e acuto al quale molti ci hanno abituato.
Con tutti i limiti e difetti di una produzione del genere, "Slaves To Martyrdom" riesce a farsi apprezzare, gli In Twilight's Embrace confermano di essere una realtà con le idee chiare e che con tutta probabilità riceverà poca attenzione dai "puristi". Sarebbe però un peccato non dare a un ascolto a un disco piacevole come il loro, in fin dei conti riprendendo il discorso fatto sulla recensione di "Buried In Beetween", se amaste il melodic/death questo lavoro risulterebbe ancor più incline al farsi rimettere nel lettore rispetto al precedete, provatelo e chissà che non riesca a trovare spazio fra i vostri ascolti.

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