venerdì 6 aprile 2012

YUCK - Do It Yourself


Informazioni
Gruppo: Yuck
Titolo: Do It Yourself
Anno: 2009
Provenienza: Francia
Etichetta: Postghost
Contatti: myspace.com/yuckvork
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Smell Of Cold
2. Virus
3. Nunc Umbra, Mox Gloria
4. Hermit
5. Mine Is Bigger
6. Denying The 3
7. Ab Irato
8. Decline
9. Fury Rise
10. The Right To Live
11. To Redemption (feat. Carol-Ann Croft)

DURATA: 54:06

Era passato un po' di tempo dall'ultima volta nella quale passai sul Myspace degli Yuck, purtroppo per tanti quel mondo è morto e quando inviai un messaggio chiedendo ai ragazzi di poter ricevere il loro materiale per mesi non ebbi nessuna risposta.
Nel momento meno atteso è arrivata l'email che non t'aspetti, Julien il chitarrista della band mi fa sapere che sarà felice nel farmi pervenire i loro due album, "Do It Yourself" e "This One Is Good". Tocca adesso logicamente iniziare a parlarvi di questa realtà transalpina e lo faccio partendo proprio dal debutto targato 2009.
Il combo composto da Jerèmie (voce), Julien Payan (chitarre), Stéphane Gouby (basso) e Sébastien Fercoq (batteria) è di quelli da prendere con le molle, la proposta è di catalogazione complicata data la personalità dei musicisti e la voglia di fare qualcosa di personale. Il titolo del disco non è messo lì a caso e l'avvicinarsi al sound Yuck non è proprio una cosa semplice, è un crocevia fra metal e rock che potrebbe farsi amare o odiare da entrambe le schiere di ascoltatori, tutto sta a comprendere quanto ci si voglia addentrare nel loro modo di fare musica.
"Do It Yourself" suona black, death, thrash ma anche grunge, rock lievemente fangoso, stoner e bluesy, è un mash-up d'influenze nel quale nessuna d'esse è gregaria ma si pone al servizio dell'altra.
È un ascolto strano in quanto ogni brano potrebbe esser figlio di più act allo stesso tempo senza per questo però appartenervi del tutto, l'esposizione e l'impostazione portano a citare nomi altisonanti quali Sodom, Kreator, Celtic Frost, Satyricon, Dissection, Immortal, Nirvana, Led Zeppelin che sembrerebbero entrare in contrasto data in alcuni casi la profonda diversità stilistica e invece non è così. Come è evidente che gli Yuck si divertano nel calcare la mano su questo punto chiudendo il disco dopo brani pesanti come "Nunc Umbra, Mox Gloria" e "Fury Rise", altri scapoccianti come "Virus" e altri dalla forte carica evocativa tipo "Denying The 3", accennando all'intimità nell'incipit di "Decline" e puntando su "To Redemption" nella quale appare la figura di Carol-Ann Croft (co-compositrice del pezzo), musicista Rock/Blues inglese scomparsa prematuramente sul finire del 2009, una canzone acustica che mette in mostra l'ennesima facciata di una formazione che non si risparmia d'esplorare qualsiasi angolo del mondo musicale affondando nella malinconia quanto nell'odio e nella rabbia.
Genuino, non so quale altro aggettivo si possa usare per descrivere quest'album, è il suono degli Yuck, il suo ampliarsi continuamente, stravolgersi nel tentativo di reinventarsi passo dopo passo è croce e delizia per l'orecchio. Ovviamente sarete voi a scegliere quale delle due sia più consona al gusto che v'appartiene, sia l'una o l'altra di sicuro non avrete a che fare con musicisti modaioli o alle prese con chissà quale visione "core" di una scena metal che di un certo utilizzo se ne sta altamente rompendo le palle.
Vi lascio dunque all'ascolto degli Yuck mettendovi in stand-by, il prossimo capitolo, "This One Is Good", a breve ancora una volta qui su Aristocrazia Webzine, non perdetevelo.

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