Informazioni
Gruppi: Converge + Touché Amoré + A Storm Of Light + The Secret
Data: 19/12/2012
Luogo: Factory, Milano
Autore: Istrice
"Partiamo a sei e mezza così alle sette siamo al Factory e vediamo anche i The Secret". E scoprire che in realtà suonavano alle otto. Ed averli persi comunque. Due ore per fare sei (dicasi SEI) kilometri nel traffico di Milano. Le bestemmie.
Arriviamo al Factory, consci da poco dell'esistenza di strade a traffico limitato "riservate ai mezzi agricoli" in zone insospettabili dei sobborghi milanesi, verso le otto e quaranta, giusto il tempo di vedere l'ultimo paio di brani proposti dalla formazione triestina, che speriamo di reincrociare presto visto il reale interesse ad assistere ad un loro concerto dopo l'uscita dell'ottimo "Agnus Dei".
Essendo la prima volta che passiamo al Factory diamo anche un'occhiata al locale, la zona è orripilante, ma tutto sommato vicino alla tangenziale, e la sala concerti è ampia e capiente, non male nel complesso, considerate le altre improbabili location milanesi. Ancora ci stiamo guardando attorno quando fa capolino on stage la band A Storm Of Light, newyorkese di provenienza e portatrice sana di un doom metal cadenzato e fortemente influenzato dallo sludge di georgiana origine. Accompagnati alle loro spalle da un comparto visivo di pregevolissima fattura, gli ASOL si districano fra riff pesantissimi e momenti invece dal gusto post per quasi un'oretta, convincendo nonostante i suoni non siano ottimali per la loro proposta, forse un attimo troppo monotoni a tratti, d'altra parte però la monotonia è parte strutturale del genere che propongono, ed ascoltarli live senza avere una conoscenza pregressa dei loro lavori in studio non può essere sufficiente a dare un giudizio affidabile.
Breve cambio di strumentazione ed ecco presentarsi sul palco i Touché Amoré. La costa è quella opposta, Los Angeles per la precisione, e la differenza si vede e si sente tutta. Attitudine sbarazzina e ciuffetti malefici. Emocore, screamo, "salcazzo", chiamatelo come volete, ma a me 'sta roba è indigesta, drammaticamente indigesta. I californiani sono senza dubbio gente in gamba, il pubblico apprezza e dimostra una buona conoscenza dei pezzi proposti, si lascia coinvolgere e si sgola col cantante, tuttavia il sound è permeato da quell'atmosfera romantica e sofferente, e soprattutto soffre una totale mancanza di palle, di testosterone, di cattiveria. Ripeto, non sono assolutamente la persona da ascoltare a riguardo. Chiedete piuttosto a Bosj, amante del miele e delle melasse da quattordicenne, il quale è preso talmente bene che mentre io dormo sul divanetto attendendo momenti migliori si compra il vinile in tiratura limitata.
Finito lo strazio di un'adolescenza infelice arriva finalmente il momento della disperazione (quella vera) e del macello. Accordati gli strumenti ed appesa una sobria bandiera di sfondo, il quartetto da Salem fa il suo ingresso accolto calorosamente da un Factory piuttosto gremito, anche se non al completo. L'attacco toglie il fiato, il trittico di opener composto da "Heartache", "Concubine" e "Dark Horse" è devastante, le viscere vibrano, le orecchie esplodono. L'energia che il combo sprigiona sul palco ha pochi eguali, dopo "Heartless" (da "You Fail Me") arrivano i primi brani del neonato "All We Love We Leave Behind", l'opener "Aimless Arrow" e la successiva "Trespasser", cattivissima su cd e dal vivo. Il concerto vola via in un batter d'occhio, senza pause, una canzone dopo l'altra, spiegando con limpida chiarezza perchè nel loro genere non hanno mai avuto nè hanno tuttora rivali. L'intensità sonora ed emotiva che Ballou riesce a sprigionare con sole sei corde a disposizione è ogni volta stupefacente. In un'ora ed un quarto circa il quartetto pesca da tutta la produzione recente, riservando grande spazio, come è normale che sia, ai nuovi pezzi, da segnalare per pregnanza ed impatto "Glacial Pace" ed "Empty On The Inside", che in sede live confermano l'ottima impressione avuta durante l'ascolto su disco, passando per "You Fail Me" con una potentissima "Eagles Become Vultures", toccando spesso "Axe To Fall", la cui titletrack non lascia superstiti, risalendo fino a "Jane Doe" con "Bitter And Then Some" e la splendida "The Broken Vow" che chiude il set prima dell'encore. Peccato solo che non abbiano esplorato l'epoca pre - "Jane Doe", "My Unsaid Everything", proposta in altre date del tour, sarebbe stata gradita, ma son davvero dettagli.
Due minuti di pausa ed i Converge rientrano per il gran finale, tanto breve quanto sentito, che inizia sugli arpeggi di "First Light" e si dipana poi nelle melodie di "Last Light", il cui finale monumentale suggella e dà termine alla serata. Jacob Bannon e soci salutano ed escono di scena. Giunge nuovamente il momento dei saluti, ma gli sguardi son soddisfatti, del concerto ed in generale di un autunno ricco di eventi di ottimo livello, con la speranza che l'anno nuovo porti altrettante soddisfazioni.
Scaletta Converge
1. Heartache
2. Concubine
3. Dark Horse
4. Heartless
5. Aimless Arrow
6. Trespasses
7. Bitter and Then Some
8. All We Love We Leave Behind
9. Sadness Comes Home
10. Glacial Pace
11. Cutter
12. Worms Will Feed / Rats Will Feast
13. On My Shield
14. Damages
15. Axe To Fall
16. Empty On The Inside
17. Eagles Become Vultures
18. The Broken Vow
Encore
19. First Light
20. Last Light