Informazioni
Gruppo: Zorndyke
Titolo: On Mayor Altar's Edge
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Baphomet In Steel
Contatti: myspace.com/zorndykedm - facebook.com/pages/ZORNDYKE/53181357269
Autore: Akh.
Tracklist
1. Meine Schwarze Flügeln
2. Sledgehammer Murderer
3. Lunch For The Worms
4. Hordes Of The Primordial Chaos
5. Headshot
6. Chamber Of Bones
7. Tenochtitlán Claims Blood / On Mayor Altar's Edge
8. Decomposing Alive
DURATA: 42:06
Dite la verità, quanti anni avete? Quanti veramente hanno vissuto la prima ondata del Death Metal, quello sporco, lurido, infamato, assolutamente da evitare e perennemente satanico o cimiteriale? Ognuno di voi farà i conti con la propria risposta.
La cosa sicura è che i veneti Zorndyke di quel Death Metal sono ebbri e "On Mayor Altar's Edge" sta qua a dimostrare al mondo intero che vi è ancora gente che adora vermi, teschi macilenti e sangue raggrumato ed è proprio per questa vena putrescente che la Baphomet In Steel, etichetta amante delle sonorità old school, non ha perso tempo a far uscire il loro secondo cd.
Gli amanti di Excidium, Schizo, Krashing (a breve ve li faremo conoscere) o vecchie tape di contrabbando potrebbero fermarsi, se invece adorate tecnicismi e suoni pulitini, scappate veloci, il combo di Cittadella è rozzo, bestiale, carico come un becchino invasato che attende solamente di scavarvi la fossa.
Qua è il regno delle ombre e del fetore, le contaminazioni dello stile sono evitate maniacalmente, qua si parla di pennate morbose (ma senza indicare il famoso Angelo, troppo moderno per questi lidi), ritmiche incidenti che fanno perno sulla cassa o sulla doppia nei casi necessari dove c'è da spingere sul pedale dell'acceleratore o sulla percussione delle pelli in maniera selvaggia e animalesca del nostro Necro Incinerator.
Le ritmiche sono marcescenti e vecchia scuola, quindi niente girigogoli o melodie ruffiane come ci dimostra l'iniziale "Meine Schwarze Flügeln" o la seguente "Sledgehammer Murderer" dal ritmo più sostenuto, ma vi si trova tanta voglia di devastare senza guardarsi in giro, alla maniera degli anni '80, magari tirando fuori il dito medio giusto per gradire. La voce di Abyssal Howl varia spesso tonalità passando da un growl cavernoso ad un appoggio in frequenze medie, donando spessore alle metriche e ai vari brani che sanno trovare differenti tipologie di soluzioni fino al finale di "Lunch For The Worms" che fra biascicamenti e rigurgiti appare scanzonato ed irrispettoso, nella sua anarchia goliardica.
Generalmente si respira una pessima aria in cui i ricordi di antiche cassette e band fangose e ributtanti fanno capolino, e in questo caso mi faccio pienamente coinvolgere da una "Hordes Of The Primordial Chaos" che mi intriga e riporta indietro di più di venti anni, anche grazie alle variazioni di tempo che la trasformano in uno dei brani che più ho apprezzato di questo lavoro per la sua carica pestilenziale e caotica.
Non ci sono invenzioni, però chi se ne fotte, sono quegli stacchi degeneratamente ficcanti che ammorbano lo stereo e le orecchie, per dar poi sfogo a ritmiche che qualche demente o ignorantino dei giorni nostri potrebbe definire "thrash" come nel caso di "Headshot", ma la differenza sta nella pesantezza sconsacrata e nelle "melodie" marcescenti e olezzose che provengono dagli abissi di Bloodthrist e Summoned.
Altra valanga belluina ci giunge addosso tramite "Chamber Of Bones" in cui parti serrate si alternano a un riff insinuante e malvagio, su cui poter scaricare una voce primitiva e catacombale, da cui fa capolino il basso, in uno dei suoi pochi appoggi (una maggiore presenza di questo strumento avrebbe acuito l'aria cimiteriale dei vari brani), ma forse questo è dovuto alle sonorità secche e taglienti scelte per il suono delle chitarre, fatto sta che comunque parliamo di un altro brano su cui i defender del primordiale verbo mortale potranno godere, smembrando ed eiaculando sangue raffermo.
La chiusura viene affidata a quello che potrebbe divenire un vero cavallo di battaglia del gruppo "Tenochtitlán Claims Blood / On Mayor Altar's Edge" in cui tutti gli ingredienti disgustosi e sacrileghi vengo rilegati assieme per redarre un brano che sarà il giusto finale in sede live, facendo scapocciare ed esaltare i peggiori necrometallari in circolazione, la botta reale viene messa a fuoco da una "Decomposing Alive" dai tratti quasi punkeggianti, influenza che finora era solamente velata da certi arrangiamenti che qui esplode feroce e primitiva nella sua irruente anticonvenzionalità.
Se siete amanti del Creepshow e la vostra carne cade a brandelli, se le vostre orecchie o ciò che ne rimane non possono far a meno del Death Metal fetido e mortifero, se avete fermato l'orologio e vi disgusta quel metallo da fighetti raffinati che spesso vi confonde le idee su cosa sia oggi il metallo estremo, avrete trovato nei Zorndyke cinque compagni di merende, che fra un corpo trafugato e macabri rituali potranno darvi ciò che volete a dispetto della vostra iniziale risposta ovvero: Morte.