Informazioni
Gruppo: Winterblood
Titolo: Dungeons - Sombre Soundscapes (Remastered Tapes 1996-'99)
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Winterblood/196463727125096 - myspace.com/winterblood78
Autore: Akh.
Tracklist
1. Capitolo 1
2 .Capitolo 2
3. Capitolo 3
4. Capitolo 4
5. Capitolo 5
6. Capitolo 6
7. Capitolo 7
8. Capitolo 8
DURATA: 1:11:09
Winterblood è un Logo che avete ritrovato sovente fra gli articoli di Aristocrazia Webzine, tramite giri loschi siamo riusciti a scovare la genesi di questo progetto che nasce sul finire del '96e.v. e nel quale Stefano Senesi incomincia a sperimentare soluzioni di stampo Dark Ambient ritualistico, monotono e freddo. Siamo quindi in possesso delle prime tracce tratte dai nastri demo in versione rimasterizzata, che l'artista stesso ha deciso di riportare a galla nella sua produzione e grazie a certi movimenti interni si è potuto finalizzare il desiderio di tale manifestazione (vero Jürgen?).
A dir la verità, i primi movimenti hanno a che fare anche con certe pulsioni più scure, per non dire "nere", infatti il primo capitolo manifesta immediatamente un loop vocale rovesciato disteso su un tappeto basso fosco e minaccioso. Si percepisce che i passi iniziali quindi fanno riferimento al titolo stesso, ovvero alle oscurità della materia, alla pangea antropomorfa cui è legato lo stato dello spirito inizialmente, obbligandolo ad una linea orizzontale.
Si evince chiaramente una natura quasi necrotica e demoniaca anche nei due capitoli successivi, che rispetto alle future produzioni hanno un'agitazione e una natura più movimentata e tormentata, tanto da far dominare la "sacralità" di un canto gregoriano da bordate di una tastiera plumbea, tanto da apparirci un vero e proprio bombardamento a tappeto, su cui sonorità nervose fuoriescono ad intermittenza chiudendo una triade di pura oscurità compositiva; questo era il primo periodo del gruppo.
Lentamente si comincia a comprendere quindi questa evoluzione artistica, il quarto capitolo va a trovare l'unica chitarra elettrica apparsa a mia saputa in Winterblood, cercando istintivamente una vicinanza con Vinterriket, allineandonsi perciò a uno spiraglio verticale di matrice naturale, condizione che permette di sciogliere le proprie spigolosità, dando il via a una maggior distensione strutturale delle composizioni e a una dilatazione dei suoni. Forse questo è il periodo di maggior sperimentazione di Stefano, in quanto anche la canzone seguente trova in una base ritmica solida e martellante l'appoggio per le apertura di keys, già con accenni di trionfo al suo interno, dal vago sapore marziale.
Con il sesto verso di questa compilazione si vanno ad unire le due nature fin qui trovate, infatti le note sognanti del brano vengono contrapposte ad una campana a morto, che a mio avviso delinea la scissione stessa delle due linee, come se finalmente la matrice fisica lasciasse posto all'ascesa dello spirito, un abbandono della propria carcassa, chiudendo di fatto il secondo ciclo.
Gli ultimi due episodi divengono perciò fughe verso l'alto nelle quali Winterblood si rispecchierà nel prosieguo della propria carriera, unendo ad esse una ispirazione di carattere naturalistico (la chitarra acustica, abbinata a giri di tastiera e di piano, mi rafforza ancora di più in questa idea) avvicinandosi per certi versi ad alcune elaborazioni dei Paysage D'Hiver e ai lavori più trascendenti di Vikerness; lo si può notare nel lunghissimo "Capitolo 8", in cui vedo lo scheletro per la scrittura di "Samblana", che abbiamo apprezzato nell'ultimo split del Senesi, qui le proiezioni astrali sono materializzate e l'anima di Winterblood messa a nudo completamente.
Se aggiungiamo che questa operazione di riscoperta è lodevole da parte di un artista di questo calibro per evidenziarne la sensibilità e l'evoluzione, c'è da sottolineare come sia stata scelta la possibilità di far ascoltare a tutti questi brani rilasciando l'interno album in scaricamento libero e gratuito, donandoci la parte più metifica e carnale di questo progetto, ma anche la scintilla divina che dentro vi albergava.
I sotterranei sono aperti...