lunedì 3 dicembre 2012

VAGRANT GOD - Vagrant God


Informazioni
Gruppo: Vagrant God
Titolo: Vagrant God
Anno: 2012
Provenienza: Norvegia
Etichetta: Secret Quarters
Contatti: facebook.com/vagrantgod
Autore: Mourning

Tracklist
1. Perfect Innocence
2. Stigma
3. Ocean Bed
4. To The Garden
5. In My Failings
6. The Pathos Weavers
7. Insignia
8. Birds Of Leaving
9. Mentor

DURATA: 45:31

Il monicker Vagrant God ai più attenti conoscitori della scena doom porterà subito alla mente il brano dei Funeral, band norvegese che nel 2007 pubblicò quello che a tutt'ora reputo il loro capolavoro, parlo di "From These Wounds".
Quel pezzo aveva come autore il signor Kjetil Ottersen, allora membro di quella formazione così come del progetto Fallen, chi sono allora i Vagrant God? Oltre al già citato troviamo la cantante Cecilie Langlie e Tom Simonsen, compagni di Kjetil anche in quegli Omit che nel 2011 ci regalarono "Repose" e a loro volta questi due musicisti furono già coinvolti insieme nei Mandylion e diedero vita agli Havnatt recensiti dal sottoscritto con la più recente uscita di "Havdøgn".
A completare la line-up vi è Shaun Taylor-Steels, drummer con trascorsi in act quali Anathema, My Dying Bride e Solstice che non è però contemplato nei crediti dell'album in quanto abbiamo a che fare con una re-release.
La prima esperienza omonima di questo progetto fu pubblicata infatti ben cinque anni or sono esclusivamente in cd-r e con due strumentali che non sono stati reinseriti in tracklist ("Vagrancy Theme" e "Solace"), è quindi un ritorno alle origini di un sodalizio che ha dimostrato di saper comporre ottima musica e gestire le forti doti personali dei componenti, facendole divenire un punto di forza dei propri album.
Il platter è un lavoro particolare e dato che il modus operandi con il quale fu data forma all'opera è precedente rispetto agli altri dischi enunciati vi renderete conto sin da subito come l'ascolto delle canzoni in esso racchiuse abbia in più di una circostanza delle linee di contatto evidenti con ciò che in seguito proporranno.
Si ha una maggiore fruibilità rispetto alle ambientazioni e al sound degli Omit dilatato e grevemente melancolico, allo stesso tempo è possibile individuare il dna originario di quella realtà in episodi come la doppietta che vede succedersi "To The Garden" e "In My Failings" che corrispondono anche alle vette più alte scalate e raggiunte dal disco.
"Vagrant God" è decisamente moderno e dalle caratteristiche alternative/nu spiccate, noterete in più di una circostanza la presenza di passaggi e suoni di quello stampo, non prendetelo però sottogamba perché con episodi come "Perfect Innocence", "Ocean Bed" e "The Pathos Weavers", pur possedendo canzoni immediate dalla forte carica melodica e con una rifinitura dei synth dolciastra ma elegante e soltanto in alcuni frangenti probabilmente la musica diviene fin troppo catchy, ascoltate "Birds Of Leaving" per capire, o stranamente Amorphis in "Insignia", riesce a essere struggente, aulico e portatore sano di un' emotività varia guidata dalla splendida voce di Cecilie, suadente, ammaliante e affascinante come poche sue colleghe possono vantarsi d'essere.
Qualche difettuccio qua e là tocca riscontrarlo, il più evidente risiede nella prestazione vocale di Tom che preferisce graffiare e affrontare le sue sortite con un'impostazione roca non sempre efficacissima.
Quanto resta ancora da dire però torna a far acquisire punti ai Vagrant God, la produzione è veramente ben fatta, chissà quant'è stato impegnativo ridare luce alle canzoni e chissà com'erano le versioni originali.
E scrivendo scrivendo non mi sono accorto che son già arrivato per la terza volta alla traccia conclusiva "Mentor".
Qualcuno potrà lamentare la mancanza delle pachidermiche espansioni atmosferiche care agli Omit, alcuni potranno criticare la scelta di infilare una "Birds Of Leaving" lievemente fuori contesto e forse sin troppo "radio friendly" rispetto alle altre, quello che vi consiglio però è di non trattare e ascoltare "Vagrant God" con la coscienza di ciò che è stato il seguito, prendetelo per ciò che è, un "fresh start" per una band che sta riprendendo in mano le redini di un progetto che sembrava essere stato archiviato.
Ovviamente il suggerimento vale per coloro che hanno avuto esperienze dirette con la musica del trio, ai rimanenti non posso far altro che segnalare anche Omit e Havnatt fra gli act da seguire, sono la riprova che il trio Ottersen, Langlie, Simonsen non ne sbaglia una.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute