Informazioni
Gruppo: Narrow House
Titolo: A Key To Panngrieb
Anno: 2012
Provenienza: Ucraina
Etichetta: Solitude Productions
Contatti: facebook.com/pages/Narrow-House/223922504285246
Autore: Mourning
Tracklist
1. Последнее Пристанище
2. Псевдорятунок
3. Стеклянный Бог
4. Под Маской Этой
DURATA: 45:28
Nuove band doom nascono ogni giorno e la Solitude Productions sembra essere sempre pronta a dar loro spazio, il roster dei russi è in piena e continua espansione, fra le ultime scoperte possiamo citare anche gli ucraini Narrow House.
Lo stile in cui si cimentano i quattro ragazzi di Kiev è il funeral, la rappresentazione è però meno oppressiva e claustrofobica di quella originaria di formazioni come i Thergothon, si avvicina per lo più alla corrente atmosferico/malinconica degli Shape Of Despair, attingendo in parte da act quali gli Evoken durante il quartetto di tracce proposto, tre delle quali dalla durata particolarmente estesa e coerentemente adeguate allo sviluppo delle cadenze grevi e ampie delle quali si nutrono. Contrariamente a quanto ci si attende, in "A Key To Panngrieb" si riscontra una flebile presenza di luce, una speranza che seppur fioca e quasi al collasso continua a resistere emanando un calore che contrasta con la natura impervia e oscura che classicamente regna in tali lavori.
Le composizioni sono strutturate in maniera elementare, la semplicità alle volte è disarmante, i cicli si ripetono e ripetono facendo spazio a melodie che li attraversano. Sia le chitarre che le incursioni a tappeto dei synth alimentano la lenta e costante avanzata, di tanto in tanto s'intrufola un violoncello a infoltire l'ambiente di grigiore, la voce frequentemente ringhiante e tendente a un growl strisciante nei momenti più intensi si risolleva diventando quasi gracchiante. Tristezza e disperazione vengono diffuse dalle note che imperterrite proseguono un tragitto che si ripete costante.
I quarantacinque minuti di "A Key To Panngrieb" sono un monoblocco che avanza come fosse trattenuto impercettibilmente da un'ancora che lo costringe a sforzi disumani, non c'è l'abisso ad attenderlo, sembra più il tentativo di afferrare un qualcosa che non si arriva nemmeno a sfiorare a rendere cupa e mesta l'atmosfera.
Infine sia la produzione che offre un buono sfogo alla strumentazione in toto che la parte grafica dotata di una cover alquanto surreale si pongono a favore della costruzione di tale tipologia di scenario, quale sarà il significato di quell'occhio con una serratura annessa?
Le stagioni più consone per affrontare l'ascolto di album simili sono ormai giunte, anche se sono sicuro che gli amanti del genere non avranno rinunciato a percorrere queste lande neanche durante la calda estate che ha segnato ancora una volta la nostra Penisola, a loro in primis consiglio l'ascolto dei Narrow House, gli ucraini ne hanno ancora di strada da fare ma come primo lavoro non c'è male.