Informazioni
Gruppo: Black Moor
Titolo: Lethal Waters
Anno: 2012
Provenienza: Canada
Etichetta: Diminished Fifth Records
Contatti: facebook.com/blackmoormain
Autore: Mourning
Tracklist
1. Hellraiser
2. Thunderhead
3. Lost In The Shadows
4. Midnight Warrior
5. Into Eternity
6. Night Danger
7. Hatred's Maze
8. Lethal Waters
9. Frozen Tombs
DURATA: 37:40
Vincere facile? A parole cosa semplice, con i fatti? Beh, tutt'altra storia. La battuta in questione la si potrebbe usare ascoltando i Black Moor, l'act canadese giunto al secondo disco dopo il debutto "The Conquering" del 2009, che presentava ancora una formazione acerba, ha migliorato la propria proposta, è altresì vero che è rimasta saldamente ancorato a quelle basi-mattone che sembrano offrire l'ennesima formazione figlia dei Maiden e della N.W.O.B.H.M; qualche spruzzata di proto heavy/thrash alla Megadeth a sostenere e ciò che si ottiene è "Lethal Waters".
Nove brani dal piglio particolarmente catchy, l'esecuzione è ben più che piacevole, in più di una circostanza ci si diverte ad ascoltare canzoni come "Hellraiser", "Midnight Warrior" e "Hatred's Maze", lo è altrettanto imbattersi in episodi tipo "Thunderhead", la titletrack e "Lost In The Shadows", canzone regina di un platter molto nella media. quest'ultima non si discosta particolarmente dalle altre in quanto a esposizione, in fin dei conti diciamolo pure, il comandamento "rispetta e onora la Vergine Di Ferro" non viene praticamente mai disatteso.
La derivazione sin troppo evidente dai grandi blocca un po', ti fa pensare che questa nuova generazione di act quali Striker, Enforcer, Skull Fist, Cauldron e compagnia bella, per quanto valide sarà sempre e comunque una seconda o terza scelta, il che è anche giusto dato che è naturale seguire il corso degli eventi per come si è realizzato.
È quindi doveroso affidarsi a coloro che hanno creato il genere prima di dare possibilità a tali band di girare nello stereo, o altresì per chi non avvezzo sfruttare tali conoscenze per guardare indietro. D'altro canto è davvero facile ascoltare "Lethal Waters", magari lo scream inserito in "Night Danger" ce lo saremmo potuti risparmiare, con tutta probabilità la prestazione di Erick "Hammerfist" Hanlin non è fra le più personali e identificative pur dimostrando di saper stare sul pezzo, però la passione trasuda e per quanto non fili proprio tutto liscio lo stereo non lo rifiuta di certo.
I Black Moor sono ancora alla ricerca di se stessi, sono una formazione "standard" che si attiene agli "standard" di un mondo heavy che oggigiorno pretende qualcosa in più. Fra glorie del passato che rientrano, si veda l'ottimo come-back degli Angel Witch con "As Above, So Below", e le tante nuove leve che premono per farsi strada, ì musicisti canadesi devono forzatamente cambiare registro, cercando d'insaporire la propria proposta con uno scatto di personalità.
Non si chiede la Luna ma quel passo che li conduca fuori dalla situazione di stallo da "sei politico" nella quale sembrano essere arenati, in bocca al lupo ragazzi!