lunedì 4 ottobre 2010

POWERLESS - Battle Hymns


Informazioni
Gruppo: Powerless
Anno: 2010
Etichetta: Set Productions
Contatti: www.myspace.com/powerlessband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Warriors Dance
2. Battle Hymn (Ode To Victory)
3. Dead Man's Chest
4. Mourning Star
5. The Legend
6. Burry My Heart At Silver Rocks
7. The Last Of The Mohicans
8. Battle March
9. Farewell, Warrior

DURATA: 42:18

I Powerless nascono grazie al volere di Kob, membro di un'altra formazione underground nazionale i Prognan, in quest'avventura folk/black il musicista, che cura tutto quello che riguarda il songwriting e i testi, si fa accompagnare da un amico nonché batterista nell'altro act Basher.
La Croazia pur non avendo una scena rinomata si sta dimostrando molto attiva nell'ambito dell'estremo, non si è certo abituati a pensare a una nazione così vicina alla nostra Penisola quando idealizziamo il genere puntando come logica vuole al nord o all'est della nostra Europa dove lo stile è ormai radicato ed evoluto.
"Battle Hymns", album che li vede debuttare dopo aver sfornato un ep, "Battle March", da cui il full attinge riprendendone le tracce componenti, e un singolo apripista "Ode To Victory", è un lavoro che mostra una discreta solidità e una conoscenza del genere approfondita.
Si nota come i Powerless, pur calcando la mano in certe occassioni nel riffing cadendo così nell'uso di cliché, non sviliscano la musica rendendola un continuo rimando, Kob ha fornito i brani di buone dinamiche ancora acerbe e incapaci di andare oltre lo standard se non in alcuni precisi frangenti che identificano i pezzi migliori del disco.
Sono tre o quattro episodi a reggere le sorti del platter, spicca "Battle Hymn (Ode To Victory)" lunga ma abbastanza varia da rendere piacevole l'interazione fra ascolto e l'assimilazione grazie alle melodie semplici ma efficaci che al suo interno si sviluppano e una prestazione trascinante in cui l'unica nota stonata sembra essere quel coro centrale sbilenco nel proporsi, per fortuna avvicendato da una dolce chitarra pulita che scandisce silvestri note prima di riprendere corso più greve.
Cambia scenario una "Dead Man's Chest" più energica e vivida con l'influenza degli Ensiferum che diventa netta e per quanto il rimando sia eccessivo il lavoro svolto non dispiace, gli accenni di tastiera sinfo che s'inseriscono a infondere atmosfere e le fasi più rilassate, per quanto prevedibili, compiono ciò per cui sono state composte senza annoiare.
Il carillon che appare improvviso azzera il ritmo, dolciastro e malinconico, portando con sé una susseguente evoluzione nel pezzo che mantiene andatura allentata e che tiene in maggior considerazione l'aspetto sinfonico con un finale in crescendo melancolico dove la melodia la fa da padrone.
L'ossatura è il materiale delle antecedenti uscite, riarrangiato, suonato con una batteria reale che permette di rendere nettamente di più rispetto al passato, "The Legend" a esempio come suono ci guadagna non poco, la canzone in questione sembra un'altra, c'è però da dire che il coro in clean com'è successo in precedenza sembra slegato dal resto andando per fatti propri, il riffato tenta soluzioni diverse spostandosi verso lidi quasi progressivi ma non ha continuità d'intento purtroppo, non mancano i toni epici e un'adeguata voglia d'evocare ma c'è bisogno di inquadrare al meglio le soluzioni proposte, stessa cosa che avviene in una "Battle March". Guerrigliera, sin dalle note che ne scandiscono l'entrata in scena dopo che i corni ne annunciano l'arrivo ma è solo dopo la metà della sua durata con il cambio in corsa di frequenza ritmica delle battute che si ha una vera scossa interna, la chitarra e le melodie diventano accattivanti prima che il sentiero torni ad essere battuto nella direzione originaria e per quanto severa tendente a monotonizzarne l'incedere.
In molti casi gli strumentali e inserti possono ledere a un album, in questo per chi scrive sono l'arma in più.
"Warriors Dance", "Mourning Star", la ballad pianistica "Burry My Heart At Silver Rocks", la commemorativa ed emozionante "The Last Of Mohicans", rifacimento della famosa colonna sonora del film con Daniel Day-Lewis, e la conclusiva "Farewell Warrior" sono asservite alle tracce lunghe in modo da facilitarne e aumentarne il valore, offrono un servizio di pregio nel dar fruibilità leggera e gradevole.
I Powerless hanno sicuramente fatto un grosso passo in avanti, "Battle Hymns" è un disco che ha delle potenzialità e che offre dei momenti pregevoli ahimé intervallati d'altri di stasi, c'è da lavorarci su indubbiamente, è comunque un ascolto che consiglio di fare agli amanti delle sonorità folk.

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