lunedì 4 ottobre 2010

SAHARA SURFERS - Spacetrip On A Paperplane

Informazioni
Gruppo: Sahara Surfers
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/saharasurfers
Autore: Mourning

Tracklist
1. Colour Jam
2. Propeller
3. Age
4. 812
5. Sister In Shade
6. Gas

DURATA: 32:35

L'Austria è per il sottoscritto fonte di gioie, dopo aver incorniciato il gran bel lavoro dei Been Obscene e aver ascoltato per una bella porzione di stagione estiva i connazionali Monsters Of Ordinary ecco che arriva una terza realtà a far capolino nelle mie preferenze legate al panorama stoner della suddetta nazione: i Sahara Surfers.
Il quartetto di Innsbruck è quella che si può definire una rivelazione, iniziamo dal fatto che dietro il microfono troviamo una donna, Julia Überbacher, il che non v'inganni, chi ascolta un certo tipo di rock conoscerà sicuramente una realtà primordiale e capostipite di un certo filone female fronted come i Coven della suadente e ammaliante Jinx Dawnson che sul finire degli anni Sessanta, primi Settanta infiammava le folle e per rimanere ai giorni nostri si potrebbero segnalare Blood Ceremony, The Devil's Blood e Serpentcult (belgi) che con le loro singer sono riuscite a dare linfa vitale al genere nel panorama più occulto e ritualistico.
Rituale lo è per certi versi anche la musica che fa capolino in "Spacetrip On A Paperplane". La spiaggia e le onde che caratterizzano le giornate meno calde, quelle settembrine che indicano il finire della stagione dorata, s'incarnano in trenta minuti di musica che ha come riferimenti fissi la base storica dei Kyuss e il calore dei Colour Haze più intensi.
Due scuole di pensiero ed emozione ben diverse quell'americana e tedesca ma che di frequente incrociano le strade per dar vita a lavori dal gran valore come questo.
Sin dalle note che danno il via a "Colour Jam" si capisce che la via intrapresa è quella intima e che punta più sul far infatuare l'ascoltatore più che colpirlo, certo quando spingono sanno dare le sferzate adatte a vivacizzare un sound che in alcuni attimi sembra proprio una creatura di Homme.
La voce di Julia è dolce, si appoggia sui brani senza forzare, espressiva e sinteticamente efficace dona fascino e se l'opener chiude i propri battenti mantenendo quell'alone leggiadro che la caratterizza pur rimanendo stoner, con "Propeller" il motore aumenta i giri, la batteria e il basso si fanno più prominenti intrecciandosi con la chitarra come a formare un reticolato dove lei può agire indisturbata mettendo parola al posto e al tempo giusto, perfetta.
Altro giro, altra corsa e "Age" rimescola le carte in tavola oscillando fra momenti d'esaltazione e calma improvvisa che come un'altalena creano un breve ma intenso percorso umorale, ancora diversa "812" dove Homme e Garcia, presenzialisti più che mai nelle release stoner in genere, fanno capolino con le loro formazioni a influenzare un brano bello pompato e che mi fa visualizzare un'onda cavalcata da un surfista durante una delle ultime domeniche soleggiate che ci rimangono ancora da poter sfruttare.
Non c'è stato un minimo accenno di calo o semplice affievolimento nelle canzoni che sinora hanno presentato, con Andreas Knapp che d'austriaco avrà la nascita ma il cui cuore batte per Palm Desert, il riffing è quanto di meglio si possa chiedere allo stile per colore ed emozione. Così si arriva a "Sister In Shade" nella quale i Sahara Surfers offrono l'ennesima prestazione corale di molto al di sopra della media mostrando una padronanza e sicurezza nei propri mezzi invidiabile, tocca quindi a "Gas" dare la botta finale alla botte per farla traboccare con il suo mite e delicato incedere.
Quando tutto ciò che c'era d'ascoltare sembra sia passato per le vostre orecchie, lasciando scorrere i minuti di vuoto dopo la traccia conclusiva non staccate la spina, ecco infatti che una bonus track si rivela ad aggiungere altra carne al fuoco, una sola chitarra e la voce, degna chiusura per questo splendido ep.
I Sahara Surfers non puntano sull'impatto, sono leziosi, fanno viaggiare la mente con la carica ipnotica da trip che i brani riescono a sprigionare, non posso quindi fare a meno di consigliare l'acquisto di "Spacetrip On A Paperplane" a chi fa di tale sound un credo.
Il disco è ordinabile presso lo space della band per un costo irrisorio di cinque euro più le spese, non fatevelo scappare.

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